(VIDEO) L’edizione del TG Psicologia

È online l’edizione settimanale del TG Dire Psicologia a cura della redazione giornalistica Agenzia Dire.

Ecco i titoli:

– UCRAINA, DA INCUBI A IRRITABILITÀ, ECCO SEGNALI STRESS POST TRAUMATICO IN BIMBI Incubi notturni ricorrenti, flashback, difficoltà a ricordare alcuni momenti, forte irritabilità e poi malessere fisico. Sono alcuni dei segnali indicativi di un disturbo da stress post traumatico che si potrebbero riscontrare nei bambini ucraini che, in fuga dalla guerra, arrivano in Italia. In questa prima fase “è difficile capire quanto questi bimbi possano essere traumatizzati, molto dipende da quanto è riuscito a essere protettivo l’ambiente che è stato creato intorno a loro. Certo dei segnali possono esserci e vanno individuati”. A dirlo è Marco Mazzetti, pediatra, psichiatra e presidente della Simm che spiega anche cosa può essere fatto per aiutare questi bimbi e le loro famiglie.

– UCRAINA, PSICOLOGO: IN ITALIA CRESCE PAURA GUERRA E TIMORE ARMI CHIMICHE “Aumenta la paura della guerra e delle bombe, che non cela solo il timore legato al pericolo reale che stanno affrontando gli ucraini e che rischia di arrivare da noi, ma è anche la rappresentazione di una società estremamente precaria e asfittica”. Saranthis Thanopulos, presidente della Società psicoanalitica italiana, guarda dentro questa paura: “Dà concretezza alla dimensione di forte precarietà in cui viviamo. Anche la paura delle armi chimiche è l’espressione terrificante di una situazione ingovernabile che si basa sull’idea di una asfissia generale”. E poiché a soffrire di ansia e depressione oggi sono più le donne che gli uomini, non sorprende che ad angosciarsi maggiormente sulla guerra sia proprio il genere femminile. “È vero che le donne vanno più in ansia degli uomini- ammette lo psicoanalista- e non è solo una questione legata ad una loro intrinseca vulnerabilità. In realtà le donne sono più sensibili al disastro. È una qualità femminile- conclude Thanopulos- prevedono il dolore e la distruzione. La loro ansia deve essere ascoltata”.

– SALUTE MENTALE, PSICHIATRI BOCCIANO LINEE INDIRIZZO MINISTERO “Il disegno di riforma dell’assistenza territoriale non è all’altezza delle sfide che si propone di affrontare e delle forti aspettative da parte di tutti i professionisti della salute mentale”. A dirlo sono gli psichiatri della Società italiana di psichiatria in riferimento al documento sulle linee di indirizzo per la salute mentale del ministero della Salute. “Il documento attuale è carente, lacunoso e inefficace- sottolinea Massimo di Giannantonio, presidente Sip- Lo schema del decreto ministeriale 71, infatti, non traccia una riforma complessiva dell’assistenza territoriale, unica modalità per rilanciare e rendere efficiente il Servizio sanitario nazionale, ma contiene solo alcune innovazioni organizzative. Il documento rappresenta il fallimento di una nuova fase dell’assistenza sanitaria- rimarca di Giannantonio- e contrappone nuove articolazioni organizzative ad un sistema già esistente, senza peraltro definire standard organizzativi, quantitativi e qualitativi”.

– DISTURBI ALIMENTARI, MENDOLICCHIO: FORMA DI PROTESTA A CUI PAESE DEVE RISPONDERE “I disturbi alimentari, da un certo punto di vista, sono una grave e pericolosa forma di protesta. Ed è necessario che la sanità italiana dia una risposta a questa protesta perché, al momento, come quantità di strutture e spesso anche come qualità, il nostro Paese non risponde all’appello. Oggi dobbiamo e possiamo pretendere che i nostri figli abbiano cure quantitativamente e qualitativamente corrette”. A dirlo è Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoterapeuta. “Oggi, dopo due anni di pandemia- prosegue- ci troviamo davanti a un’emergenza fatta dalla cronicità dei pazienti che erano già malati prima del Covid e dai nuovi casi che si sono aggiunti in corso di pandemia. Ci è arrivato addosso uno tsunami a cui è necessario rispondere nell’immediato”, evidenzia Mendolicchio lanciando un appello alla politica.

– LAVORO, LAZZARI (CNOP): IN FUTURO CONSIDERARE SEMPRE PIÙ AZIENDE COME COMUNITÀ Negli ultimi anni sono in atto processi di cambiamento nel mondo del lavoro, accelerati dalla pandemia. È il caso, ad esempio, dello smartworking “che in realtà è stato più un lavoro da casa, ma che ormai è entrato a far parte della vita delle organizzazioni e dei lavoratori in maniera significativa. È evidente che con queste forme di lavoro bisognerà fare i conti, nella prospettiva di considerare le organizzazioni e le aziende sempre più come delle comunità in cui il lavoratore va visto come una persona”. Lo sostiene David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli Psicologi. “In questi due anni di pandemia- ricorda Lazzari- abbiamo riscontrato un crescendo di attenzione su questi aspetti da parte delle organizzazioni, nella consapevolezza che il benessere dei singoli lavoratori, ma anche quello dell’azienda stessa, la salute organizzativa, il clima psicologico e relazionale, svolgono un ruolo molto importante nel migliorare i rapporti e la produttività non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi”.

(Arc/ Dire)

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