F1, la Fia se la prende con le mutande

Prima i piercing, ora le mutande. In Formula 1 è partita una sorta di inquisizione dell’abbigliamento tecnico: la Fia, Federazione internazionale automobilismo, teme che l’intimo dei piloti sia infiammabile e quindi non a norma con le linee di sicurezza.

Niels Wittich, il direttore di gara che ha sostituito Michael Masi, alla vigilia del Gp d’Australia ha detto ai piloti che devono indossare indumenti intimi conformi alle normative. Lo ha fatto nelle stesse note di gara che richiamavano all’ordine chi indossa “gioielli” al volante in violazione delle regole, come Lewis Hamilton.

Il “nuovo ordine” ha portato, scrive il Telegraph, a una riunione di due ore venerdì scorso. Durante le successive conferenze stampa, i piloti hanno più o meno esplicitamente ridicolizzato le direttive. Pierre Gasly per esempio: “Se vogliono controllarmi il culo, sono liberi – ha detto il francese dell’AlphaTauri – non ho niente da nascondere. Se questo li rende felici, sono liberi”.

I team dicono che c’è una resistenza diffusa alla prospettiva che la Fia dica ai piloti anche che tipo di biancheria intima possono indossare. Un punto sollevato durante l’incontro è stato che i piloti avrebbero dovuto essere avvisati prima dell’inizio della stagione, piuttosto che alla vigilia di un Gran premio. “Non mi interessano troppo queste cose – ha detto Fernando Alonso – Sai, penso che dobbiamo essere flessibili su un paio di queste cose. Ma fa parte dello spettacolo, suppongo”.

Christian Horner, il team principal della Red Bull, ha detto che “di certo non controllerò la biancheria intima dei miei piloti“. Daniel Ricciardo ribadisce: “Questa è la prima volta che sento parlare di biancheria intima ignifuga. Ovviamente indossiamo dei leggins, se così si possono chiamare, ma non abbiamo biancheria intima ignifuga”.

(Dire)

Redazione

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