(FOTO) Forestale confisca richiamo illegale per la caccia di frodo alle quaglie

Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, nel corso di un servizio di antibracconaggio, hanno rinvenuto e posto in sequestro a carico di autori ignoti, su un terreno collinare sito alla località “Varomonte” del comune di San Felice a Cancello (CE), all’interno della area naturale protetta “Parco Regionale del Partenio, nonché S.I.C. “Dorsale dei Monti Partenio” codice IT8040006, su di un terreno pascolivo di proprietà dell’Ente Comunale, un manufatto in calcestruzzo cementizio armato e acciaio, dal quale fuoriusciva una trave di acciaio, alta circa 3 mt., avente una sezione ad “H”, alla cui estremità vi erano tre diffusori acustici a servizio di un illecito richiamo ad azionamento elettromagnetico in funzione, ivi collocato per attirare le quaglie, che era custodito nel citato manufatto chiuso con un lucchetto di sicurezza.

All’atto del sequestro non è stato possibile accedere al richiamo acustico in quanto la blindatura del manufatto rendeva lo stesso irraggiungibile.

I giorni successivi, gli stessi militari della Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, con l’ausilio di operai dipendenti dell’Ente Comunale, hanno proceduto alla demolizione del manufatto in cemento tramite l’utilizzo di un martello pneumatico e di un flex elettrico da taglio, entrambi alimentati da un generatore elettrico portatile, rinvenendo al suo interno il richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico in funzione, collegato ad un timer elettronico, il pacco batterie e cavetterie di collegamento ai diffusori acustici.

Le sopraelencate illecite attrezzature sono state distrutte.

Al riguardo corre l’obbligo precisare che la Legge nr. 157/1992, dettante le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, vieta espressamente l’utilizzo di detti richiami acustici a funzionamento elettromagnetico in quanto, attraverso il loro utilizzo illecito, specialmente in orari serali e notturni, consente ai cacciatori di frodo di attirare e concentrare la selvaggina in prossimità degli stessi, al fine di agevolarsi nell’azione di abbattimento nella mattinata successiva. Nel caso di specie l’azione di bracconaggio è tanto più grave in quanto compiuta in area protetta, laddove è completamente vietato l’esercizio venatorio, nonché in periodo di divieto generale dell’esercizio della caccia. 

Redazione

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