Mafie, meno violenza ma più infiltrazioni nell’economia: clan puntano a fama su social

É stata pubblicata la Relazione sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2021, presentata al Parlamento dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il documento è stato redatto dalla DIA, inquadrata all’interno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed è stato coordinato con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale.

L’analisi sull’andamento della delittuosità riferita al primo semestre 2021, che permane connotato dal perdurare della pandemia da Covid-19, continua a mostrare come le organizzazioni criminali si stanno muovendo secondo una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza. L’immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo.

Alla luce di queste considerazioni, la Relazione di questo semestre delinea le probabili direttrici d’azione futura delle mafie soffermandosi sulla loro capacità di infiltrare l’economia. Al riguardo e in ordine ai possibili rischi che nel senso potranno essere originati dall’immissione di capitali comunitari descrive l’efficacia degli strumenti posti a disposizione dalla legislazione cogente di settore in chiave sia preventiva, sia giudiziaria. L’elaborato anche in relazione ai suddetti aspetti si sofferma sull’indefettibile valenza della cooperazione internazionale di polizia che rappresenta una direttrice privilegiata nel contrasto alle organizzazioni criminali strutturate attesa la sempre maggiore dimensione oltre confine di queste ultime. In tale contesto sottolinea l’importanza sia della Rete Operativa Antimafia @On di cui la DIA è ideatore e Project Leader, sia all’iniziativa I-CAN per accrescere la consapevolezza della pericolosità delle mafie.

La Relazione inoltre propone un focus di approfondimento sulla evoluzione della normativa internazionale e italiana volta a fronteggiare il fenomeno del riciclaggio non omettendo di indicare tra le nuove sfide un’emergente procedura di e-commerce, attinente ai non-fungible token, che ben si presterebbe alle mire delle mafie per le sue potenzialità nel celare la provenienza illecita dei capitali. La pubblicazione del Report prognostico si inserisce nell’ambito della prosecuzione delle celebrazioni del 30ennale della fondazione della DIA.

La ‘ndrangheta senza abbandonare il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina sebrerebbe impegnata nel tentativo di espandere i propri affari illeciti anche attraverso possibili mutamenti degli equilibri criminali con sodalizi di diversa matrice. Le cosche calabresi in una sorta di modello criminale fluido si presentano sempre più capaci di allacciare relazioni sia con le organizzazioni leader nel narcotraffico, sia con funzionari e rappresentanti degli enti locali, imprenditori e liberi professionisti, la cui collaborazione appare strumentale alla realizzazione degli affari illeciti connessi con l’infiltrazione nell’economia. In Sicilia si confermano anche nel semestre in trattazione le dinamiche operative e gli assetti strutturali in base ai quali famiglie di cosa nostra coesistono e talvolta stringono alleanze finalizzate al raggiungimento di specifici obiettivi criminali con altre organizzazioni dai contorni più fluidi, meno gerarchizzate, ma ugualmente aggressive. La camorra, in particolare nello scenario partenopeo cittadino, ancora una volta dimostrerebbe che al di là delle singole vicende riguardanti i diversi gruppi sul territorio gli equilibri criminali costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali in grado di dettare le linee guida alle associazioni aderenti. Queste ultime, pur essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi all’influenza dei due cartelli egemoni. Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento. Un’attenzione particolare per le possibili dinamiche evolutive merita il contesto foggiano dove operano le tre storiche organizzazioni della società foggiana, della mafia garganica e della delinquenza cerignolana.

Da segnalare a fattor comune come i sodalizi mafiosi, avvalendosi sempre più delle possibilità offerte dalla tecnologia, continuino ad orientarsi verso settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting) realizzando circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione.

Analoghe infiltrazioni ad opera della criminalità organizzata, in prevalenza della camorra e della ‘ndrangheta, continua a registrarsi nel settore del contrabbando di prodotti energetici (olio lubrificanti ed oli base) in virtù dei notevoli vantaggi economici derivanti dalla possibilità di immettere sul mercato prodotti a prezzi sensibilmente più bassi di quelli praticati dalle compagnie petrolifere.

Tale quadro, pertanto, impone di continuare nella lotta contro la criminalità organizzata con particolare attenzione all’aggressione dei beni illecitamente accumulati dalle mafie mediante gli strumenti dell’azione giudiziaria e delle misure di prevenzione patrimoniali.

Su questo fronte, la portata dei provvedimenti di prevenzione eseguiti anche nel semestre in esame testimonia l’attenzione verso il settore della Direzione Investigativa Antimafia che orienta le sue attività verso l’obiettivo generale di proteggere il tessuto economico del Paese dalle ingerenze della criminalità organizzata.

Redazione

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