S. Giorgio a Cremano. Guerra in Ucraina, tre adolescenti in fuga da Kiev da oggi frequentano le scuole cittadine
La comunità sangiorgese sempre più inclusiva e accogliente. Altre due famiglie sono arrivate da Kiev. Si tratta di due nuclei familiari con tre minori: Vladimir di 15 anni con il fratello Alexi di 12, accompagnati dalla mamma Helena e Karina di 16 anni con la madre Alla.
Questa mattina, alla presenza del Sindaco Giorgio Zinno e dell’ Assessore alla Scuola Giuseppe Giordano, Vladimir e Karina sono stati accolti presso il Liceo Urbani dagli studenti, dai docenti e dalla dirigente scolastica Maria Rosaria De Luca. Da oggi sono ufficialmente alunni di questo istituto e frequentano le classi terze dell’indirizzo scientifico e linguistico, dove sono stati inseriti assecondando la loro predisposizione per le lingue e per la matematica. Domani Alexi, il più piccolo dei tre, farà invece parte della scuola Stanziale e sarà accolto dai compagni di classe e dalla dirigente Patrizia Ferrione.
Tutti e tre gli adolescenti inoltre, sono anche giovani campioni nello sport. Arrivati a San Giorgio a Cremano infatti, hanno iniziato ad allenarsi presso il Palaveliero, la nostra struttura d’eccellenza in via Manzoni. I due fratelli sono entrati subito a far parte della squadra di pallavolo Flat Sport, allenati dal coach Eduardo Pesarino; mentre Karina è entrata nel team delle atlete di ginnastica ritmica, coordinate dall’allenatrice Sara Russo. A loro sono state donate divise e attrezzature sportive e l’integrazione con i loro compagni è stata immediata. Nonostante l’accoglienza però, nei loro occhi e in quelli delle loro madri traspare comunque tristezza e profonda preoccupazione per il dramma che la popolazione ucraina sta vivendo a causa di questo assurdo conflitto che sta continuando a portare distruzione e morte.
“Sono orgoglioso che i nostri concittadini abbiano un cuore grande – ha detto il Sindaco Giorgio Zinno – che, grazie alla disponibilità dei nostri dirigenti scolastici e della Flat Sport, i giovani che arrivano in città si sentano accolti ed abbiano reali opportunità di convivenza, integrazione e condivisione”.
I loro padri sono rimasti a Kiev per difendere il paese; loro invece, per arrivare in Italia hanno dovuto affrontare un viaggio di 5 giorni in treno e varie tappe, fermandosi prima a Leopoli, poi a Varsavia, Cracovia, Bologna, Roma e finalmente Napoli. La loro scelta, come quella di tutti coloro che hanno viaggiato in condizioni disperate per raggiungere luoghi sicuri, è stata dettata dalla ricerca della sopravvivenza; qui almeno, nella nostra meravigliosa comunità, hanno trovato ospitalità e sostegno riuscendo perfino e creare legami di amicizia, uniti anche nello sport.