Suicidi tra Carabinieri, NSC: “Tabù da superare”
«Nell’ultima settimana sono tre gli episodi di suicidio tra i lavoratori in uniforme. È una conta tremendamente orrenda che non può restare solo un numero ma necessita di provvedimenti urgenti. Spiace constatare che la nostra richiesta di un tavolo istituzionale sia continuamente ignorata dal Comando Generale dell’Arma». Lo dichiara Roberto Di Stefano, segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).
«Nel 2019 17 carabinieri si sono tolti la vita; 13 nel 2020 e 23 nel 2021. In questi primi 4 mesi dell’anno siamo già a 18 casi totali, numeri purtroppo destinati a crescere. I malumori tra i militari sono tantissimi – aggiunge Di Stefano – soprattutto tra i forestali che contano il numero maggiore di vittime. Spesso i colleghi vengono puniti per fatti che nulla hanno a che vedere con il servizio, come ad esempio rivolgersi a un sindacato o chiedere tutela legale. Il loro disagio viene percepito come debolezza, vengono etichettati e privati della loro identità professionale con il ritiro di arma e tesserino. Non è emarginando che si previene il suicidio, occorre – conclude – una equipe di figure professionali esterne che ascoltino il disagio e dalla quale tutti i militari dovrebbero essere obbligati ad andare, al di là che abbiano o meno problemi, per farla diventare normalità, non etichettabile».