Ucraina. Papa Francesco: “la guerra è una mostruosità, le lacrime un dono”
“La guerra cresce con la vita dei nostri figli, dei nostri giovani. Per questo dico che la guerra è una mostruosità!”. Lo ha ribadito Papa Francesco, nell’intervista a Lorena Bianchetti per il programma ‘A sua immagine’ di Rai Uno.
“Io capisco i governanti che comprano le armi, io li capisco. Non li giustifico, ma li capisco”, ha argomentato Francesco: “Perché dobbiamo difenderci, perché è lo schema cainista di guerra. Se fosse uno schema di pace, questo non sarebbe necessario. Ma noi viviamo con questo schema demoniaco, che dice di uccidersi l’un l’altro per voglia di potere, per voglia di sicurezza, per voglia di tante cose. Ma io penso alle guerre nascoste, che nessuno vede, che sono lontane da noi. Tante. Perché? Per sfruttare? Noi abbiamo dimenticato il linguaggio della pace: l’abbiamo dimenticato. Si parla di pace. Le Nazioni Unite hanno fatto di tutto, ma non hanno avuto successo”.
Alla domanda su cosa sia la guerra per lui, il Santo Padre ha risposto: “Un dolore. Il dolore è una certezza, è un sentimento che ti prende tutto. Quando uno, dopo l’intervento, sente dolore fisico, la ferita che ti hanno fatto, tu chiedi un’anestesia, qualcosa che ti aiuti a tollerarlo. Ma per il dolore umano, il dolore morale, non ci sono delle anestesie. Soltanto la preghiera e il pianto”.
“Io sono convinto che oggi noi non piangiamo bene”, la tesi del Papa: “Abbiamo dimenticato di piangere. Se io posso dare un consiglio, a me e alla gente, è di chiedere il dono delle lacrime. E piangere, come Pietro ha pianto, dopo aver tradito Gesù. Ha pianto, quando è scappato, quando ha rinnegato lui. Ha pianto. Un pianto che non è uno sfogo, no. È la vergogna fatta fisicamente e credo che a noi manca la vergogna. C’è una bella preghiera, c’è una messa per chiedere il dono delle lacrime. Una bella preghiera, in quella messa, dice così: ‘Signore, tu che dalla roccia hai fatto uscire acqua, fa uscire lacrime dalla roccia del mio cuore’. Il cuore duro, il cuore che non si commuove, non sa piangere. Io mi domando: quanta gente, davanti alle immagini delle guerre, qualsiasi guerra, è riuscita a piangere? Alcuni sì, sono sicuro, ma tanti non sono riusciti. Iniziano a giustificare o attaccare”.
(www.agensir.it – Vig/Dire)