88enne lasciato senza corrente da Enel, l’azienda perde la causa e rimborsa l’utente

Le bollette pazze non hanno età. Lo dimostra il caso che arriva dalla provincia di Napoli. Protagonista un cliente Enel di Ottaviano, che all’età di 88 anni è diventato incolpevole protagonista di una vicenda ai limiti del surreale, conclusasi positivamente grazie all’intervento dell’associazione Codici tramite la delegazione campana. Una disavventura a lieto fine, ma che ha comunque richiesto 2 anni per arrivare alla conclusione più logica e giusta.

L’utente ha avuto problemi con la bolletta, che non riceveva. L’azienda gli ha inviato una richiesta di pagamento, annunciando la sospensione della fornitura nel caso non avesse provveduto a versare le somme indicate. Però quando è arrivata la raccomandata l’utente non era in casa, quindi gli è stato lasciato l’avviso per il ritiro all’ufficio postale; in questi casi, il consumatore ha 30 giorni di tempo per ritirare il plico. È successo che Servizio Elettrico Nazionale, invece, ha sospeso la fornitura prima che scadessero i termini, dopo circa 15 giorni. “Il tentativo di conciliazione davanti all’Autorità per l’energia elettrica non è andato a buon fine – spiega l’avvocato Giuseppe Ambrosio, Segretario di Codici Campania – siamo andati in causa ed abbiamo vinto, ottenendo il rimborso delle spese di riattivazione della fornitura che l’utente è stato costretto a sostenere”.

Il Giudice ha ribadito un principio di elementare civiltà giuridica: la normativa di settore stabilisce che non si può staccare o depotenziare un’utenza senza che l’utente sia stato adeguatamente preavvertito, ciò vale anche in caso di raccomandate da ritirare successivamente; non si può adottare un tale provvedimento senza che l’utente ne abbia piena conoscenza.

“Siamo ovviamente contenti per l’esito della vicenda – commenta Ambrosio – ma resta la gravità di quanto accaduto. Prima di tutto, se ci sono dei tempi da osservare, vanno rispettati e quindi Enel non doveva sospendere la fornitura prima dello scadere dei 30 giorni. Altro aspetto, tutt’altro che secondario, riteniamo che soprattutto in un momento difficile come questo bisogna tenere in considerazione la situazione dell’utente. All’epoca dei fatti il nostro assistito aveva 88 anni, ora ne ha 90: magari il fattore umano dovrebbe prevalere sui sistemi informatici”.

“Forse qualcuno se l’è dimenticato o forse non interessa – osserva Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, comunque ricordiamo che il Covid è ancora un pericolo presente e che siamo nel pieno degli effetti devastanti della guerra in Ucraina con i rincari. Sarebbe il caso che le compagnie ne tenessero conto, venendo incontro ai consumatori invece che metterli in difficoltà, sospendendo addirittura la fornitura. Si chiama buon senso, non ci vuole molto”.

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Redazione

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