Alopecia areata nei bimbi, parola al dermatologo
“Seguiamo circa 200 pazienti all’anno e di questi circa una decina sotto i 15 anni soffre di alopecia areata, il più piccolo ha 5 anni. Rispetto alla nostra casistica, uno su due riesce a recuperare i capelli”. Così il dermatologo Francesco Tassone, responsabile dell’ambulatorio tricologico del Policlinico Gemelli di Roma, interpellato dalla Dire in merito alla vicenda della piccola Bonnie, una bambina inglese di soli 10 anni che, vittima per anni di episodi di bullismo, ha perso tutti i capelli a causa dello stress subito.
“Di solito si tratta di piccoli pazienti un po’ introversi, chiusi, ed è un ‘cane che si morde la coda’, perché la patologia li rende ancora più insicuri. Tra le cause scatenanti ci sono per lo più problematiche relazionali in famiglia, come divorzi o abbandoni parentali, mentre in genere la caduta dei capelli per lo stress legato ad un lutto riguarda più gli adulti. I bambini ad ogni modo hanno una psicologia complessa e non sempre si riesce a risalire alla causa, quindi quello che consiglio, oltre alle terapie farmacologiche, è una psicoterapia familiare”.
L’alopecia areata è una malattia autoimmune su base genetica con componente di stress, nel senso che “è una patologia per cui si è predisposti e che può emergere nella vita durante un forte periodo di stress, come nel caso di Bonnie”, ha proseguito l’esperto. Questa patologia però, a differenza dell’alopecia cicatriziale, è “assolutamente reversibile, quindi è sbagliato dire, come ho letto, che a Bonnie non ricresceranno più i capelli. Diciamo che in queste forme gravi nei bambini è molto complesso farli ricrescere, ma il tentativo si fa sempre e non è detto che debba portare una parrucca a vita”.
Ma perché è più complicato curare i bambini in questi casi?
“Perché non possono ricevere gli stessi dosaggi di cortisone o di altri immunosopressori sistemici endovena a cui si sottopongono gli adulti- ha risposto ancora alla Dire il dottor Tassone- ciò non toglie che questi bambini potranno certamente riprendere le terapie una volta cresciuti”.
Secondo Ketty Peris, presidente della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), il fatto che i bambini possano essere colpiti da alopecia areata “per fortuna non è la regola ma un’eccezione e non tutti i bambini stressati o bullizzati perdono i capelli. Il fenomeno però è abbastanza noto- ha detto interpellata dalla Dire- e può riguardare anche i bambini, così come avviene per esempio nel caso di una riacutizzazione della psoriasi. Tante malattie della pelle, di fatto, hanno a che fare con questa problematica”.
Nel caso della bambina inglese, ha ribadito l’esperta, non si tratta comunque di una alopecia cicatriziale e a Bonnie i capelli potranno “certamente ricrescere- ha spiegato- si chiama ‘alopecia’ ma in genere nasce come telogen effluvium, quindi si tratta di una perdita di capelli aumentata qualche mese dopo l’evento stressogeno, dovuta ad una alterazione del ciclo dei follicoli piliferi e non ad un danno tossico, anche se a volte può risultare in una alopecia totale. Ma se la persona viene trattata bene, anche da un punto di vista psicologico, può piano piano risolvere spontaneamente”.
Oltre ad un supporto psicologico, quindi, si può in questi casi ricorrere a delle cure, come quella appunto con il cortisone che determina una vasodilatazione: “Si tratta di follicoli dormienti e non uccisi da una noxa patogena. Questo tipo di alopecia (areata, ndr) ha di base un meccanismo immunologico, anche se locale, quindi il cortisone, che è un immunosoppressore per antonomasia- ha infine concluso l’esperta- da una parte sopprime la reazione immunologica dall’altra ridà vita ai follicoli piliferi”.
(Dire)