Gli anziani di Aversa protagonisti del futuro
Il Circolo di Aversa che aderisce alla struttura Nazionale dell’Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani, più note con l’acronimo ACLI, che sono un’associazione di promozione sociale italiana, fondata da Achille Grandi nel 1944 ha partecipato con successo al 4° congresso provinciale che ha visto come protagonisti i ns concittadini, cosiddetti anziani i quali hanno votato il coordinamento cittadino che sarà guidato dal Presidente uscente Gennaro Guida che si avvarrà della collaborazione degli altri soci ns concittadini “attivi”.
Nella sua relazione Gennaro Guida ha sottolineato che la Fap Acli (Federazione Anziani Pensionati) ha la missione di occuparsi di una delle fasce più deboli della nostra popolazione. Gli anziani, ha proseguito, spesso maltrattati, trascurati e lasciati soli a consumare la propria vita, sono considerati una grande risorsa sociale dalle ACLI, che mettono al centro del proprio operare il valore “persona”, per difendere la dignità stessa dell’essere umano e valorizzarlo in ogni sua potenzialità. L’endemica disattenzione e disaffezione nei confronti degli anziani, guardati con fastidio, a volte, e considerati pesi piuttosto che risorse, e la necessità di un adeguamento legislativo tempestivo, che serva ad arginare, fino a debellarla, un’emergenza che non riguarda solo gli anziani, ma anche le famiglie degli stessi.
MA CHI SONO GLI ANZIANI?
«Gli anziani sono uno scrigno di sapienza da trasmettere ai giovani attraverso un processo di osmosi intergenerazionale che svolga un’azione di pedagogia sociale, salvandoli dal disorientamento, anche mediatico, e dal disincanto generato da una classe dirigente che manca di risposte concrete». L’importanza del racconto dei nonni, dunque, per recuperare, conservare e tramandare la tradizione, la storia e il valore della famiglia, ma anche per riequilibrare i parametri di giudizio, in una realtà attuale di pericoloso degrado morale, in cui si è distorta l’idea comune dell’autentica ricchezza.
Nella sua relazione ha sottolineato che: stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) prevedono che entro l’anno prossimo il numero delle persone di età superiore a sessant’anni, generalmente definiti anziani, supererà quello dei bambini sotto i cinque anni e che entro il 2050 gli over 60 saranno 2 miliardi, arrivando a rappresentare il 22% della popolazione mondiale.
Sempre l’OMS nota che “non esiste un prototipo della persona “anziana”: ci sono ottantenni con capacità mentali e fisiche paragonabili a quelle di molti ventenni, così come ci sono sessantenni che richiedono assistenza anche per le attività basilari. Differenze che non sono casuali in quanto, “la salute degli anziani e le loro capacità sono il risultato degli eventi che hanno caratterizzato la loro vita”.
Far fronte alle disuguaglianze dell’età senile in atto e prevenire quelle future è anche il tema che spesso viene affrontato nella Giornata Internazionale dell’Anziano che ricorre ogni anno il 1 ottobre.
Infatti, le disuguaglianze tra gli anziani riflettono uno svantaggio accumulato durante la vita a causa di fattori come la località in cui si vive, la condizione socio-economica, la salute e il reddito. Si stima che la situazione economica influisca su molti degli aspetti, come ad esempio: per quanto riguarda le funzioni fondamentali della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’altra, usare i servizi per fare i propri bisogni) parecchi anziani hanno difficoltà a svolgerle con facilità tali attività ed appunto, si passa da un 9% degli anziani che non ha difficoltà economica ad un 30% tra chi ha più difficoltà economiche le persone con difficoltà economiche vivono anche una situazione di maggiore isolamento sociale rispetto a chi non ne ha (la media generale degli over 65 stima che nel corso di una settimana normale il 21% non abbia avuto contatti, anche solo telefonici, con altre persone e il 71% non abbia partecipato a incontri collettivi presso punti di aggregazione) e partecipano meno frequentemente degli altri a eventi sociali o a corsi di formazione.
Per fronteggiare il progressivo invecchiamento della popolazione, a partire dai primi anni del 2000 l’OMS ha elaborato una strategia volta a promuovere il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali dell’anziano. In particolare, il documento pubblicato nel 2002, definisce l’invecchiamento attivo come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone anziane”. Un approccio che permette alle persone di realizzare il proprio benessere fisico, sociale e mentale attraverso il corso della vita e partecipare a una società che da parte sua fornisce adeguata protezione e cura. Proprio questo deve essere lo spirito e la missione della nostra associazione FAP/ACLI.
Nel nostro Paese, il 30% degli over 60 riferisce di avere difficoltà a recarsi dal proprio medico di famiglia o a raggiungere gli ambulatori della sua ASL. Difficoltà che aumenta con l’età, e riguarda almeno 2 persone su 3 dopo gli 85 anni, con un chiaro gradiente sociale e geografico che vede penalizzate le persone con bassa istruzione, maggiori difficoltà economiche e residenti nelle Regioni del Sud Italia.
Per rispondere ai bisogni e ai diritti delle persone che invecchiano, si dovrebbe tutelare il diritto e l’accesso alle cure, facilitare l’accesso ai servizi socio-sanitari (come lo studio del proprio medico, la farmacia, i servizi della Asl), rendere i quartieri sicuri, così che le persone si sentano sicure nell’uscire di casa e possano raggiungere da sole i negozi di prima necessità e adeguare le case ai loro bisogni, eliminando le barriere architettoniche e assicurando riscaldamento e condizioni igienico sanitarie adeguate».
In questi quattro anni la FAP ACLI ha concretamente seguito questa missione con lo stesso spirito di solidarietà e fraternità necessario a combattere le disuguaglianze: ha organizzato numerose visite guidate coinvolgendo centinaia di anziani e mantenendo relazione e dialogo con le Federazioni di diversi territori; ha sostenuto la ricerca e gli ospedali napoletani durante l’emergenza Covid; ha tenuto in vita una esperienza democratica con organi regolarmente partecipi e strutture di base coinvolte.
A questa situazione critica l’avvento della pandemia ha certamente dato un grave colpo mettendo in crisi le numerose attività sociali di massa promosse tradizionalmente dalla federazione.
“Come negli scorsi mandati abbiamo organizzato un ricco programma, sperimentando anche incontri online, anche grazie alla collaborazione di altri enti o strutture professionali – di legge ancora nella relazione -. Abbiamo ripreso la popolare tradizione della cena di fine anno e confermato la nostra vicinanza ad istituzioni benefiche e sanitarie con mirati interventi di sostegno anche in situazioni di disagio alimentare. Con questo spirito il Presidente Guida intende interfacciarsi con la politica con la “P” maiuscola e con le istituzioni per fare in modo che i diritti ed i bisogni delle persone anziane vengano effettivamente tutelate nei fatti e non solo nelle dichiarazioni”.