Economia, continua la recessione dell’Italia. Il Pil cala nel primo trimestre 2022

Si allontana la ripresa economica dell’Italia. Lo rende noto l’istituto di ricerca e di statistica dell’Istat che comunica informazioni sulla crescita tutt’altro che positive, con solo alcuni punti di ottimismo.

A fare chiarezza sui numeri è direttamente l’economista Carlo Cottarelli, che su Repubblica parte dal Pil, il Prodotto Interno Lordo, calato di 0,2 punti percentuali nel primo trimestre del 2022. Un calo che vede le sue cause nell’aumento del prezzo delle materie prime, per un conto più salato di quasi 90 miliardi di euro rispetto al 2019. La seconda motivazione è quella che guarda agli equilibri politici e militari del conflitto tra Ucraina e Russia, con una grande incertezza su investimenti e spese. Non mancano però alcuni segnali da interpretare con ottimismo, spiega Cottarelli: “Perché poteva finire anche peggio. Il Documento di Economia e Finanza (Def) di inizio aprile indicava che, in base a dati preliminari, il Pil poteva essere calato dello 0,5 per cento nel primo trimestre. Un calo delle 0,2 per cento (anzi 0,16 per la precisione) è un terzo del calo previsto”.

Piccole notizie positive arrivano anche da alcuni settori dell’economia italiana. Come riporta Giochidislots, sito specializzato sul mercato del gioco pubblico, la filiera fa registrare timidi segnali di ripresa. Un miglioramento che inizia nel 2021, quando gli italiani hanno ricominciato a giocare tornando ai livelli del 2019, quindi con una raccolta complessiva di 107 miliardi di euro. “Un’inversione netta di tendenza rispetto all’anno 2020, in cui le conseguenze più evidenti della crisi sanitaria sono state la riduzione della raccolta del gioco fisico (-47,2%) e la crescita del comparto online (+35%)”, si legge ancora sul blog di Giochidislots.

Ma torniamo all’inflazione e al caro prezzi. L’aumento delle materie prime è stato, fino ad aprile, del 6,2%, mentre a marzo era del 6,5%. Un segnale che forse l’inflazione sta calando oppure un semplice effetto del taglio delle accise su benzina e petrolio. Insomma, le notizie che arrivano dalla nostra economia sono tante, diverse e difficilmente interpretabili. Da un lato sembrano positive, dall’altro nascondono meccanismi e nessi più complicati rispetto alla loro apparenza.

A rendere tutto ancora più difficile c’è la recessione, c’è la stagnazione, c’è la guerra di Putin e l’incertezza mondiale. Fare prospettive e progetti per il futuro, oggi più che mai, è difficile. Ecco un altro motivo, infine, per chiedere a gran voce la pace.

Redazione

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