Pecorino venduto come ‘fiore sardo’: maxi sequestro
Nell’ambito dell’attività svolta a tutela del “made in Italy” per garantire la salvaguardia della qualità dei prodotti nazionali dalle frodi, il quotidiano lavoro sinergico delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cagliari e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (I.C.Q.R.F.) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha consentito di individuare, sul territorio sardo, la commercializzazione, da parte di alcuni produttori, di formaggio pecorino del tipo “fiore sardo”, realizzato in violazione delle specifiche regole del disciplinare di produzione.
L’attività, svolta dagli Ispettori dell’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi della Sardegna (I.C.Q.R.F.) e dai militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Cagliari, sotto la guida della Procura della Repubblica di Cagliari, ha permesso di censire i produttori del citato formaggio a marchio DOP e di svolgere specifiche analisi mirate a valutare il rispetto del disciplinare di produzione che prevede, tra l’altro, come elemento fondante e necessario per poter riferire al prodotto la denominazione “Fiore Sardo”, l’utilizzo di latte “crudo” prodotto e trasformato solo nella regione Sardegna.
A seguito di mirate analisi svolte dal personale specializzato del Laboratorio I.C.Q.R.F. di Perugia, sono emersi importanti elementi che hanno permesso di acclarare l’utilizzo di latte trattato termicamente in luogo di latte “crudo” da parte di alcuni produttori: tale circostanza, costituente violazione alle regole sottostanti la possibilità di riferire allo specifico formaggio la denominazione di “Fiore Sardo”, è confluita in apposita comunicazione di notizia di reato inoltrata alla Procura della Repubblica di Cagliari.
L’Autorità Giudiziaria, accogliendo le ipotesi investigative e valutato necessario un intervento a tutela dei consumatori (i quali, ignari, acquistavano e consumavano un prodotto “generico” in luogo di uno pubblicizzato come D.O.P.), ha disposto il sequestro preventivo della produzione di “Fiore Sardo” di alcune case produttrici da dicembre 2021 a marzo 2022.
La misura coercitiva di cui sopra è stata confermata dal Tribunale del Riesame di Cagliari che, allo stato, ha dichiarato inammissibile il riesame presentato da tre indagati per carenza di legittimazione e rigettato il riesame delle relative tre società inquisite.
Le operazioni di sequestro hanno consentito di sottoporre a vincolo cautelare oltre 67mila forme di formaggio presenti in diversi magazzini di stoccaggio dislocati in Sardegna e, in un caso, in un deposito in territorio toscano.
Il peso complessivo stimato è stato di oltre 270 tonnellate, di fatto di pecorino generico ma comunque marchiato e proposto al mercato come “Fiore Sardo” che avrebbe fruttato un guadagno indebito stimato pari a oltre 1.600.000 €, in ragione della notevole differenza di prezzo cui la particolare denominazione di formaggio è venduta rispetto a quella ordinaria.
Per tale condotta sono stati denunciati alla locale Procura sette produttori, per aver configurato la fattispecie punita dall’art. 517-quater c.p. “contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origina dei prodotti agroalimentari”.
Si specifica che il prodotto non ha evidenziato danni alla salute o pericoli connessi al consumo alimentare.
L’attività svolta testimonia, ancora una volta, il costante impegno e i continui sforzi posti in essere al fine tutelare il settore agroalimentare dai fenomeni di contraffazione salvaguardando uno dei simboli dell’Italia nel mondo e a tutela dei produttori onesti. Tali intenti vengono ulteriormente amplificati e potenziati tramite la preziosa collaborazione tra l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (I.C.Q.R.F.) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed il Corpo della Guardia di Finanza. I due organi di controllo hanno da tempo stipulato un apposito protocollo d’intesa che massimizza i rispettivi expertise attivando ed implementando una più efficace ed efficiente collaborazione a tutela della legalità nel comparto agroalimentare, avuto riguardo alle esigenze di contrasto delle frodi in danno del bilancio dell’Unione Europea, della contraffazione dei marchi industriali e delle ulteriori violazioni alla proprietà intellettuale, nonché degli altri illeciti economico-finanziari, anche di tipo fiscale.
Si specifica infine che gli indagati sono da ritenersi innocenti sino a condanna passata in giudicato, in applicazione del principio di non colpevolezza costituzionalizzato e in attuazione della recente normativa.