TerraUSD fa crollare il mondo delle crypto: sarà quello definitivo?

Uno degli argomenti che nelle ultime settimane sta catturando tanta attenzione, nell’ambito del mondo della tecnologia, è il crollo del valore delle cryptovalute, le quali mantengono solo nei propri ricordi i picchi raggiunti alla fine dello scorso anno. In perdita sia il Bitcoin, la moneta virtuale più conosciuta, sia l’Ethereum che segue a ruota, ma anche il TerraUSD, una cryptovaluta non convenzionale, ma definibile “stablecoin”.

Questo termine indica che il valore di TerraUSD è legato a un asset o bene fisico, che in questo caso è il dollaro. Fino a poco fa questa moneta valeva appunto un’unità della valuta americana, ma nelle ultime ore ha perso il 70 per cento del suo valore, finendo fuori listino e arrivando a valere appena 23 centesimi di dollaro.

Il Bitcoin, che lo scorso novembre aveva raggiunto quasi i 69 mila dollari di valore, definendone un nuovo picco, ora si ritrova a valerne meno della metà attestandosi sui 29 mila. Non sono buone le previsioni bitcoin per il prossimo mese dato che entro inizio di giugno potrebbe addirittura scendere sotto la soglia dei 22 mila dollari, toccando un punto basso che non si vedeva da circa metà 2020.

Potrebbe quindi essere un buon momento – dall’altro lato – di sfruttare i crypto casino, ovvero quei siti che permettono di giocare pagando con le criptovalute, tra cui i Bitcoin, a differenza dell’euro sfruttato tradizionalmente.

Bisognerà valutare al meglio questa scelta dato che le previsioni bitcoin vedono la moneta virtuale in netto calo entro la fine dell’anno, rischiando addirittura di abbassare la propria quota sul mercato a circa la metà rispetto al momento in cui pubblichiamo questo articolo.

Come detto in precedenza, il Bitcoin non è l’unico ad aver avuto una flessione così importante negli ultimi mesi e in particolare nelle ultime ore. Dall’inizio di maggio il valore di Ethereum è passato da circa 2.600 dollari ad appena 1.900, mentre quello di Dogecoin – la moneta parodia tanto apprezzata da Elon Musk – è scesa da 15 centesimi di euro a circa 8.

Quello che veniva considerato come un possibile bene di rifugio ancora più forte dell’oro, essendo totalmente decentralizzato e quindi fuori dal controllo delle banche, ora rischia di finire in un buco nero. Se con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina a fine febbraio le cryptovalute avevano recuperato parte del terreno perso a inizio anno, ora si ritrovano ad aver raggiunto traguardi negativi persino peggiori rispetto allo stesso periodo.

La colpa di questo crollo non è solo da imputare a TerraUSD, che nonostante il suo ancoraggio al dollaro e a vari fondi di investimento, avrebbe dovuto mantenere un valore stabile, ma anche alla moneta sorella Luna, sviluppata sempre da Do Kwon per controbilanciare eventuali perdite della prima.

Il problema risiede nel fatto che se la prima ha bruciato oltre il 75 per cento del suo valore, quello della seconda si è praticamente azzerato. La caduta ripida delle cryptovalute ha portato il mercato delle stessa dal valere quasi 3 mila miliardi di dollari a novembre dello scorso anno a circa 1.2 mila miliardi in questi giorni.

Create nel 2009 come risposta alla crisi economica mondiale scoppiata l’anno prima, le cryptovalute hanno impiegato oltre dieci anni per raggiungere il loro picco di valore. In questo lasso di tempo sono state molte le monete create e tante sono sparite dopo pochissimo tempo, perché incapaci di reggere il confronto con le più grandi.

Ora stanno attraversando il loro periodo più buio e il fatto che per poterle “produrre” si vadano a utilizzare sistemi, il cui raffreddamento necessita di ingenti quantità di energia, tale da coprire il fabbisogno annuale dell’Argentina, con conseguente disincentivo da parte dei governi, potrebbe portare questo mondo al definitivo collasso? Solo il tempo potrà confermarcelo.

Redazione

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