(VIDEO) Tiroide, l’endocrinologo: “Poco sale ma iodato e pesce inducono buon funzionamento”
Torna anche quest’anno da oggi 25 maggio al 31 maggio la Settimana Mondiale della Tiroide per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione delle patologie tiroidee. L’impatto e la diffusione delle malattie a carico della tiroide nella popolazione italiana sono notevoli.
Per fortuna, a tale grande diffusione fa riscontro una prevalenza di patologie non gravi e soprattutto ben curabili, inoltre sono disponibili importanti strategie di prevenzione alla portata di tutti e da mettere in campo nella vita quotidiana.
Per capire meglio quali sono le patologie più comuni a carico di questo prezioso organo, le nuove strategie terapeutiche e soprattutto come mantenere in salute la tiroide a tutte le età l’agenzia di stampa Dire ha raggiunto via zoom il dottor Antonio Caretto, endocrinologo presso ‘Città di Lecce Hospital’ e ‘Ospedale Santa Maria di Bari’ del gruppo Gvm Care & Research.
Quali sono le patologie a carico della tiroide e quanti italiani sono interessati dal problema? Si registra una prevalenza nel genere femminile o maschile o è indifferente?
“Le disfunzioni tiroidee sono comuni e diffuse nella popolazione italiana. Questo organo è importante perchè gli ormoni tiroidei prodotti regolano il funzionamento di molti nostri organi. Pensiamo alla frequenza cardiaca, allo sviluppo fisico e al funzionamento cerebrale. La malattia più diffusa è quella nodulare della tiroide che riguarda dal 19 al 68% della popolazione e che spesso è svelata dall’ecografia. È importante capire se si tratta di un tumore e ciò lo si verifica attraverso l’ago aspirato. Nella maggior parte dei casi i tumori maligni sono anche differenziati e per questo facilmente aggredibili e perciò curabili. E poi ci sono le patologie disfunzionali sia nel senso di ipotiroidismo che di ipertiroidismo. Il primo è moto diffuso e colpisce l’1-2% della popolazione generale mentre le percentuali dell’ipertiroidismo sono inferiori e oscillano dallo 0,2 all’1% della popolazione generale. La iodio-carenza è un altro elemento da considerare per ciò che riguarda l’ipotiroidismo. Esiste una differenza di genere ed infatti le donne sono maggiormente colpite dalla patologia soprattutto quella disfunzionale autoimmune”.
Quanto è importante mantenere la nostra tiroide in salute e perché? Quali sono le ricadute di una tiroide pigra o addirittura malata soprattutto nella donna fertile?
“In questo ultimo caso molte. Bisogna attuare una prevenzione nella donna gravida e a favore del feto. La donna gravida assume micronutrienti essenziale attraverso il pesce, i crostacei, in minor rapporto dal latte e poi man mano in modo inferiore attraverso altri elementi. Il sale iodato e lo iodio hanno un ruolo fondamentale nel momento precedente la gravidanza e durante i 9 mesi influenzando gli esiti stessi della gravidanza. Il buon funzionamento della tiroide infatti influenza lo sviluppo neuropsichico del nato. Poiché anche una lieve carenza di iodio può dare manifestazioni negative. È molto importante fare prevenzione e assumere sale iodato. Anche la popolazione generale deve consumare perciò poco sale ma iodato”.
Quali sono le nuove frontiere delle terapie? E vero che soprattutto nel caso dell’ipotiroidismo esistono delle formulazioni nuove liquide con evidenti vantaggi per i pazienti?
“Un soggetto affetto da ipotiroidismo ha una tiroide che funziona di meno. Se la tiroide pigra o malata produce meno o smette di produrre l’ormone è necessario integrarlo per bocca. Le terapie vanno assunte perciò ogni mattina e a digiuno. Oggi le nuove frontiere di trattamento prevedono come accennava lei le formulazioni liquide. È chiaro che ci sono differenze tra la velocità dell’assunzione del farmaco in compressa e quest’ultime. La prima si deve sciogliere a livello del tratto gastroenterico e quindi poi deve essere assorbita invece le formulazioni liquide vengono assorbite attraverso la mucosa orale e per questo hanno il vantaggio per il paziente che non deve aspettare più mezz’ora ma 15 minuti per fare colazione. In ogni caso il mio consiglio è che il paziente aderisca alla terapia che gli è stata prescritta dallo specialista e assuma comunque l’ormone tiroideo”.
Quali altri consigli si sente di dare a chi ci segue per mantenere in salute la tiroide?
“Il primo consiglio è quello di seguire una corretta alimentazione. Ricordare di usare il sale iodato, prediligere il consumo di pesce due volte alla settimana che garantisce non solo il giusto apporto di iodio ma anche nutrienti su tutti gli omega tre che svolgono un ruolo importante di prevenzione non solo delle patologie tiroidee ma anche quelle cardiovascolari. Coloro che hanno una storia in famiglia di patologia tiroidea dovranno sottoporsi ad esami specifici, prescritti dal medico di medicina generale (Mmg) e non aspettare che la manifestazione della malattia sia evidente e dunque clinica. Quindi attraverso esami specifici sarà possibile scoprire se c’è una patologia autoimmune o una disfunzione tiroidea e inviarlo poi allo specialista. I noduli tiroidei sono rilevabili alla palpazione dal medico curante mentre per rilevare quelli più piccoli sarà necessaria una ecografia alla tiroide. Le persone che si sono sottoposte a radioterapia del collo, sottoposte a terapie neoplastiche in precedenza o che hanno vissuto in zone ad alto rischio radioattivo o hanno una storia familiare di tumore tiroideo sono certamente più a rischio perciò un’ecografia della tiroide è doveroso farla”.