Camorra, sequestro beni nel Salernitano per un milione di euro

La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di prevenzione emesso dalla Sezione Riesame e Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, avente ad oggetto beni mobili del valore di oltre un milione di euro, riconducibili a Ferrara Gennaro di Cava dei Tirreni (SA).

L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo della complessa attività investigativa svolta dalla Sezione DIA di Salerno finalizzata alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del “proposto” e all’individuazione degli asset patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo ed ai componenti del suo nucleo familiare. Il Tribunale – sezione Misure di Prevenzione – ha ritenuto, in via cautelare, accertata la pericolosità del “proposto” anche in relazione al suo coinvolgimento in articolate indagini che appaiono ricollegarlo al “clan” Bisogno, già operante in Cava de’ Tirreni.

Il provvedimento di sequestro ha interessato svariate attività commerciali nei settori alimentari e della distribuzione carburanti insistenti nel Comune di Cava de’ Tirreni: “TM DISTRIBUTORI di TARULLI Maria & C. S.a.s.”, “BAR SPORTIVO HAPPY DAYS 2 di Giuseppe FERRARA & C. S.a.s.”, “PECCATI DI GOLA di FERRARA Jessica & C. S.a.s.”, “Ditta Individuale TARULLI Maria”, “HAPPY DAYS 2 ARCARA S.R.L.”, nonché rapporti finanziari, beni mobili registrati, per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

Il Ferrara è stato condannato con sentenza irrevocabile per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. ed è stato recentemente sottoposto ad una ordinanza cautelare e ad un sequestro preventivo di quote societarie di due aziende intestate a vari familiari, all’esito di indagini per i reati di estorsione, usura trasferimento fraudolento di valori ed esercizio abusivo di attività finanziarie e, sulla base degli esiti di indagini patrimoniali svolte dalla DIA, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso di ipotizzare una sproporzione tra il patrimonio e la capacità reddituale del proposto e dei suoi familiari.

Redazione

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