Il Castello di Rocca Cilento si apre al mondo

La sera di San Giovanni è considerata magica: è da sempre una data propizia alle unioni e ai sodalizi. E proprio ieri sera, 24 giugno 2022, si è tagliato il nastro inaugurale del Castello di Rocca Cilento, nel comune di Lustra, sull’antica via che collegava Paestum a Velia, in quella che fu la sede del primo principe di Salerno, Roberto Sanseverino Barone del Cilento (1430-1474).

Dal 30 giugno 2022, il maniero sarà aperto al pubblico, che potrà ammirare la bellezza del luogo e assaporare a 360 gradi la biodiversità del Cilento attraverso diversi format: dai Wine Tasting alla cucina del “Bistrot dei Sanseverino”, dall’incanto del tramonto con il Sunset Rooftop Bar, passano dalle Cantine sotterranee e alle piscine con solarium, fino alle storiche sale dove si svolgeranno diverse attività culturali.

Sognatore, utopistico e visionario. Tre parole che, in vari interventi della conferenza stampa di presentazione, hanno narrato l’artefice dell’importante restauro che ha portato a nuova vita la storica fortezza dei Sanseverino, il carismatico imprenditore sannita Stefano Sgueglia. Una grande opera di recupero, soprattutto per il presente e futuro territorio cilentano, di uno dei più grandi castelli italiani (acquistato nel 2016, in totale stato di degrado e abbandono), che ha sognato e poi realizzato in circa cinque anni, insieme alla sua famiglia, la moglie Pina Martone e i figli Tonio e Piera. Già proprietari del Castello di Limatola, diventato emblema di un modello di sviluppo delle aree interne campane, ora la famiglia Sgueglia riporta a nuova vita questo prezioso bene culturale del patrimonio italiano. Stefano Sgueglia è anche il console di Assocastelli in Campania.

“Se potessimo conferire la cittadinanza onoraria come Regione Campania, lo faremmo”, afferma l’assessore regionale Nicola Caputo, dopo che il sindaco di Lustra, Luigi Guerra, ha conferito la cittadinanza onoraria all’architetto sannita. “Non ho mai messo nero su bianco il progetto – afferma Stefano Sgueglia -, avevo tutto nella mia mente. Ora, punto a portare qui la più importante rassegna sulla produzione olearia. Già due anni fa ho presentato in Regione il progetto: il recupero parte anche dalla valorizzazione del territorio, con i suoi prodotti d’eccellenza, che disegnano il paesaggio e l’identità. Non mancherà l’arte, con l’esposizione di documenti e opere che raccontano il Cilento Antico e molto altro”.

Oltre 300 gli ospiti intervenuti alla presentazione: è stato Ivan Drogo Inglese presidente nazionale di Assocastelli, l’associazione dei gestori e proprietari di immobili d’epoca e storici nonché presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano a presiedere la cerimonia e il convegno sul tema della promozione e valorizzazione del patrimonio. “Una straordinaria operazione di marketing sarebbe quella di chiedere temporaneamente in prestito la tela ed esporla per qualche giorno nel Castello di Rocca Cilento”, ha asserito Drogo Inglese.

Presente il maestro Peppe Vessicchio compositore e direttore d’orchestra – accompagnato dalla moglie la scrittrice Enrica Mormile -, che ha ricordato la “teoria delle finestre rotte”, esaltato così l’operato della famiglia Sgueglia; lo scrittore e regista Ruggero Cappuccio, direttore artistico di Campania dei Festival, che ha visto nella famiglia sannita una vera e propria “compagnia teatrale” capace alla. La Regione Campania era rappresentata, oltre che dall’assessore all’agricoltura Caputo, anche dall’assessore al Turismo Felice Casucci.

Folta la rappresentanza dei sindaci – una quindicina – a cominciare da quello di Capaccio Paestum Francesco Alfieri che è anche presidente dell’unione dei comuni del Cilento, ha concluso asserendo che con questo restauro, fatto con capitali propri, l’imprenditore Stefano Sgueglia “ha realizzato non solo un suo ma prima di tutto un nostro sogno”.

La benedizione è stata impartita dal Vescovo della diocesi di Vallo della Lucania monsignor Ciro Miniero. Presenti anche i rappresentanti degli sponsor che hanno contribuito alla cena di gala preparata dagli chef Domenico Falzarano e chef Giuseppe Spina: Armatore Cetara, Piera 1899, Salumificio Tomeo, Tenuta Principe Mazzacane, Tenuta Vannulo.

La storia del castello è legata a quella di una importante e influente famiglia: i Sanseverino. Qui, il primo principe di Salerno soggiornò spesso con la moglie, Raimonda Orsini del Balzo, duchessa di Venosa. All’interno del castello, è stata allestita una sala intitolata al pittore cilentano Paolo De Matteis, di fama internazionale, che visse nel ‘700.

Redazione

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