La guerra di Putin e quella di Conte: Draghi indossa l’elmetto

Viviamo tempi interessanti. Nel significato cinese però, che equivale a una vera e propria maledizione. Non abbiamo fatto in tempo a gioire per aver messo almeno la museruola al Covid, che peraltro già se l’è tolta, che ci siamo ritrovati la guerra sull’uscio di casa. Con dure conseguenze anche per noi, non solo sul versante dell’energia da garantire quando arriverà l’autunno ma per la crisi economica che sta colpendo duro salari e potere di acquisto dei cittadini comuni mortali.

Domani pomeriggio in Senato il premier Mario Draghi interverrà sulle misure del Governo a favore del popolo ucraino che sta combattendo contro l’invasore. Momento importante perché dopo il dibattito bisognerà votare un documento di tutta la maggioranza. Quello che è più grave, e come Unione europea e Occidente dobbiamo tenerlo presente, è che alla fine Putin ha sbarrato la porta a questa parte del mondo, condannando la Russia fino a quando campa lui a guardare solo in direzione della Cina e dei suoi allegri compari.

Intanto nel M5S è scoppiata la mina Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che è sceso in campo contro Conte e i big del Movimento accusandoli di voler mettere in discussione l’alleanza europea e atlantica. Apriti cielo, il Movimento ha riunito il suo consiglio nazionale e dopo lunga e attenta discussione sulle parole e sulle virgole da usare, alla fine ha sformato un comunicato che, di fatto, mette alla porta il ministro Di Maio, già capo politico del Movimento.

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(Dire)

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