Missione Nato, l’Aeronautica Militare in Islanda
“Inizierà i primi di luglio la fase di ‘ripiegamento’ e l’8 luglio sarà il giorno del redeployment. Torneranno in Patria gli uomini e le donne dell’Aeronautica militare che da aprile scorso si trovano in Islanda, nella base NATO di Keflavik che è anche l’aeroporto principale del Paese, per assicurare la difesa aerea dei cieli dal momento che il Paese non dispone di adeguate forze armate per questo target previsto dall’Alleanza atlantica”. E’ il pilota e Comandante attuale dell’operazione della Task Force Air, alle dipendenze del COVI (Comando operativo di vertice interforze), Col. Gianmarco Di Loreto, a tracciare un bilancio di questa missione di Air policing incontrando la stampa a pochi giorni dalla conclusione.
“E’ la terza volta che l’Aeronautica militare torna ad assicurare la ‘sicurezza dei cieli’ islandesi con gli F-35” (la prima volta nel 2019, la seconda in piena pandemia nel 2020 e la terza ora), ha ricordato. Ed è proprio con questi 4 velivoli del 32° Stormo di Amendola che l’attività della Forza Azzurra interviene con una performance di difesa aerea d’avanguardia internazionale.
F-35, IL SALTO DELLA TECNOLOGIA CHE CAMBIA LA DIFESA DEL CIELO – “E’ un occhio che vede tutto e distribuisce informazioni in tempo reale”, ha spiegato il Comandante sottolineando quali siano gli aspetti tecnologici che rendono gli F-35 velivoli di 5^ generazione, capaci di performance inimmaginabili per altri aerei caccia utilizzati per intercettare minacce nei cieli. Bassissima osservabilità radar e segnatura termica, integrazione completa dei sistemi di comunicazione e una rete automatizzata consentono a questo ‘nuovo re dei cieli’ di essere un velivolo omniruolo: “Può fare diverse cose contemporaneamente”, ha chiarito Di Loreto, senza per questo dover scendere a terra o essere riconvertito. Ed è la “tecnologia di data fusion” a consentire una ricezione in tempo reale e distribuzione di informazioni. “Una completa integrazione tutta digitale del velivolo non intercettabile che consente allo stesso pilota- ha chiarito il Comandante- di scrivere, leggere, scambiare informazioni e codici ‘classificati’ in tempo reale. E’ un aereo disegnato per essere estremamente facile da pilotare e consentire al pilota di avere risorse per gestire le missioni in tutto lo scenario”. Il tutto avviene anche attraverso “il casco che è un elemento fondamentale del velivolo: è virtuale, adattato agli occhi del pilota e dà la necessaria consapevolezza sensoriale abilitante”. Appare imponente fuori dall’hangar l’F-35 che si prepara al decollo, protetto da una bolla di sicurezza che non può essere valicata ed è presidiata da personale militare armato: 7 metri o 20 piedi per preservare la tecnologia. In questa operazione il velivolo ha raggiunto il 99.2% di mission capability. L’F-35 ha un software che si aggiorna esattamente come quelli di un android e le connessioni sono realizzate con la fibra ottica, espressione di elevata tecnologia.
E’ Uedem in Germania il vertice della catena di comando e controllo a cui gli aerei caccia che si levano in volo per intercettare potenziali minacce devono far riferimento. Parliamo del cosiddetto “Scramble”, quell'”ordine di decollo immediato che segue a un determinato scalamento della prontezza”, ha specificato sempre il Colonnello puntualizzando che in questi 60 giorni “ci sono stati scramble addestrativi. Avere gli F-35 è un messaggio efficace di deterrenza”, ha rimarcato.
LA GUERRA IN UCRAINA E IL FIANCO NORD DELLA NATO – Non è cambiato nulla sui cieli islandesi dall’inizio della guerra in Ucraina: “Il livello di allerta è lo stesso, noi siamo in allerta sempre”, ha ribadito Di Loreto specificando che sul fianco nord dell’Alleanza quello che si fa è mantenere sempre una “peace time posture” volta a “prevenire la violazione” dello spazio sovrano dei cieli d’Islanda, che conta milioni di km quadrati.
I PILOTI – Al ritorno da questa missione che ha visto effettuate in 60 giorni circa 450 ore di volo “i piloti torneranno pronti per tutto, per ogni tipologia di missione- ha chiarito il Colonnello Di Loreto- perchè si fa ‘training while operating’; gli addestramenti- ha aggiunto- sono stati condotti anche con gli F-35B (a decollo corto ed atterraggio verticale) e con altri assetti rischierati, islandesi e della NATO“.
Quello che si respira sulle piste di Keflavik, mentre il vento soffia forte sui fiori viola e si porta via in un attimo il rombo del decollo degli F-35 è quel “salto culturale, epocale e dottrinale- come lo definisce il pilota Comandante- che la tecnologia dell’F-35 porta su tutto, contribuendo anche a una flessibilità mentale” dei piloti e dell’organizzazione stessa della leadership: è un altro modo di volare il cielo.
(Sim/ Dire)