Scissione M5S, ecco come è andata a livello locale

La scissione di Luigi Di Maio e degli oltre 50 parlamentari che hanno deciso di seguirlo e di abbandonare il Movimento 5 Stelle non ha, per il momento, grandi effetti a livello territoriale.

Dal Nord al Sud, con l’eccezione della Campania, terra del ministro degli Esteri, i gruppi locali fanno professione di fede a Giuseppe Conte e assicurano di non voler uscire dal M5S. Ma il silenzio di qualcuno viene visto con sospetto.

Ecco la situazione nelle regioni:

IN CONSIGLIO LAZIO TUTTI CON CONTE, SILENZIO (PER ORA) DA ROMA

(Di Marco Tribuzi)

La scissione di Luigi Di Maio non ha contraccolpi sul Lazio. Tutti i sette consiglieri regionali stanno sulle linea del presidente pentastellato, Giuseppe Conte. A partire da Roberta Lombardi, che come la collega Valentina Corrado è anche assessora nella Giunta Zingaretti. “Personalmente non credo nella narrazione messa in piedi da Luigi Di Maio sulla crociata per la difesa dei valori atlantisti ed europeisti, visto che già erano insiti nella visione 5 Stelle portata in questi anni in tutte le sedi europee e anche ieri, ancora una volta, in Parlamento”, ha scritto in un lungo post su Facebook. Una posizione rafforzata dalle parole del capogruppo 5S alla Pisana, Loreto Marcelli: “Il gruppo M5S alla Regione Lazio sostiene in maniera convinta il presidente Giuseppe Conte”.

Rumoroso silenzio, per ora, invece dal Campidoglio. Dall’ex sindaca Virginia Raggi, nominata recentemente da Conte nel comitato di garanzia nazionale, a Paolo Ferrara (che più di qualcuno dà in procinto di candidarsi alle prossime elezioni regionali) all’ex assessora Linda Meleo, passando per Daniele Diaco, nessuno ha espresso una posizione pubblica dopo la scissione operata ieri sera da Luigi Di Maio. C’è chi sostiene che questo sia un silenzio “di valutazione”. C’è chi fa presente che è ancora appesa la questione del limite del doppio mandato. Una spada di Damocle che, se confermata (anche se per ora il voto previsto a fine mese è stato sospeso), si abbatterebbe pesantemente sulla testa dei 3/4 dell’attuale gruppo capitolino. Raggi, Ferrara e Diaco sono al terzo mandato (il secondo se si include il mandato zero). L’unica alla prima esperienza da consigliera è Linda Meleo.

Una eventuale conferma del limite impedirebbe ai tre di ricandidarsi col Movimento dopo (o anche prima, in altre organi elettivi) il 2026: chissà che nelle “valutazioni” attuali non ci sia anche questo. Inoltre, Conte deve ancora nominare il delegato romano degli M5S e appare difficile pensare che la sua scelta cadrà su una personalità lontana dal progetto politico dell’ex premier, che punta a un all’allenza col centrosinistra, mentre in Campidoglio la pattuglia capitanata da Virginia Raggi è convintamente all’opposizione di Pd, Roma Futura, Sinistra Civica Ecologista, Demos, Europa Verde e della Lista Civica Gualtieri.

NIENTE PROSELITI IN PIEMONTE. APPENDINO: “M5S È LA MIA CASA”

(Di Lucio Valentini)

In Piemonte la diaspora di Luigi Di Maio non fa proseliti. Tra gli eletti del Movimento 5 Stelle a Torino e in Regione, non si registrano defezioni tra le file pentastellate. Una situazione da evidenziare, visto anche l’addio della sottosegretaria all’Economia Laura Castelli, torinese e scissionista insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Che devo dire? Io non le capisco queste cose”, spiega alla Dire il consigliere a Palazzo Lascaris Ivano Martinetti, in viaggio per Roma. “Voglio rassicurare tutti rispetto al mio futuro nel Movimento 5 Stelle”, scrive su Facebook la capogruppo in Consiglio regionale Sarah Disabato.

In Sala Rossa non va diversamente: “Il gruppo consiliare di Torino è compatto e la nostra permanenza nel Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte non è in discussione”, scrive su Facebook il capogruppo Andrea Russi, dopo che ieri l’ex candidata sindaca e consigliera M5S Valentina Sganga aveva rassicurato sulla sua permanenza nel Movimento.

“Pur avendo le idee chiare, ammetto che non è semplice scrivere queste poche parole. Il motivo è facilmente intuibile da chiunque abbia fatto un percorso in una forza politica che di fatto – se non altro per la sua durata – è anche un percorso di vita. Un percorso fatto di idee, battaglie vinte e perse, obiettivi raggiunti e ancora da raggiungere. Ma anche, soprattutto, fatto di persone. Persone con cui lavori, talvolta litighi ma poi cresci e, perché no, da cui impari. Quello che sto vivendo è dunque un momento di cui avverto il peso, in particolare dal punto di vista umano“. Lo scrive su Facebook l’ex sindaca di Torino ed esponente M5S Chiara Appendino.

Tuttavia, aggiunge Appendino, “è di politica che si parla. Questo è il motivo per cui siamo qui e, in questa prospettiva, ho preso una posizione sulla quale non nutro dubbi. Come ho sempre detto, la mia casa politica è quella del Movimento 5 Stelle e, finché ci sarà un’idea condivisa di futuro, questa continuerà ad essere. Ieri Luigi Di Maio e diversi parlamentari hanno fatto una scelta che non condivido assolutamente, ma che non cancella quanto fatto e vissuto insieme in tutti questi anni. Che, nel bene e nel male, ci ha portato ad essere ciò che siamo”.

“E il Movimento? Saprà ripartire – prosegue l’ex sindaca-. Ma dovrà imparare dai propri errori ed essere ancora più vicino ai bisogni reali dei cittadini, soprattutto quelli più in difficoltà, colpiti da una crisi che si farà ogni giorno più dura. Io cercherò di lavorare in quest’ottica, nel rispetto del ruolo che ricopro e degli impegni presi”.

“IN FRIULI RESTIAMO COERENTI CON LE REGOLE DEL M5S”

(Di Milos Malinic)

Il gruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia rimane coerente con le regole che si è dato il movimento fondato da Beppe Grillo. “Abbiamo un profondo fastidio per le dinamiche romane, perché noi siamo talmente immersi nel lavoro che ognuno di noi fa nel proprio territorio – spiega alla Dire il capogruppo Mauro Capozzella -, e per il 90% del tempo non rispondiamo per i nostri atti e azioni, ma rispondiamo di ciò che avviene a Roma. Come se venisse bypassato o dimenticato il nostro lavoro in Regione, che invece è molto apprezzato”.

Dinamiche e “perversioni” della capitale che i pentastellati del Friuli Venezia Giulia percepiscono lontane e nelle quali si colloca la vicenda Di Maio, continua Capozzella, “che è solo l’ultimo atto di quanto era iniziato quando si voleva eleggere il presidente della Repubblica. Penso che l’azione di Di Maio è stata la principale azione ostativa che non ha permesso di portare Elisabetta Belloni al Quirinale“. All’insegna del ‘fair play’ il capogruppo augura “una carriera sfavillante a Di Maio, che naturalmente deve scegliere un contenitore diverso perché le regole del Movimento non si toccano”.

Lo strappo di Di Maio lo vive un po’ più emotivamente il consigliere Andrea Ussai: “Doveva capire cosa voleva fare da grande; ora l’ha capito. Si è fatto un partito che è ‘Insieme per il suo futuro’, più che il futuro del Paese”, osserva Ussai. E continua: “La legislatura è alla fine e lui ha fatto il secondo mandato, e quindi mi sembra che abbia trovato la prima scusa buona per decidere lui con una parte dei parlamentari”. Il consigliere esprime comunque un dispiacere e augura un “in bocca al lupo” all’ex leader pentastellato, e conclude: “Se rispettasse le regole che ci siamo dati, visto che si è dimesso dal partito, dovrebbe dimettersi anche da ministro. Se non lo fa, evidentemente non è quel Di Maio che conoscevamo”.

La consigliera Ilaria Dal Zovo evidenzia l’incomprensione per il gesto del ministro degli Esteri: “Ho sentito la sua conferenza stampa, e non credo che l’intenzione del Movimento 5 Stelle fosse di attaccarlo o indebolire il Governo, ma semplicemente di far riflettere su alcune questioni che sono importanti e che bisogna affrontare. Nessuno del Movimento ha detto che non bisognava sostenere l’Ucraina”. Sullo sfrondo rimane un dispiacere per il gesto di Di Maio, continua la pentastellata, “e la scelta di tutti i parlamentari che lo hanno seguito, un numero molto grande. Scelta che non condivido, ma non posso fare altro che augurare buon lavoro. Non è questa la strada giusta per risolvere le questioni, altrimenti chiunque ha un’opinione diversa esce e fonda un nuovo partito”, conclude Dal Zovo.

La compattezza del gruppo 5S in Consiglio “non è una cosa che si è dovuta decidere a livello di gruppo; da quello che ho capito dalle reazioni dei colleghi siamo tutti e rimaniamo tutti nel Movimento 5 Stelle”, spiega il consigliere Cristian Sergo. Nessun giudizio invece sullo strappo del ministro, aggiunge: “Se ci sono strappi personali, se la vedano tra di loro; se ci sono motivazioni politiche, poi decideranno i cittadini chi ha ragione e chi ha torto“. Sicuramente vi è dispiacere, “anche perché con Luigi Di Maio abbiamo fatto un percorso lungo che ha portato a risultati anche in Regione. Mi auguro che la collaborazione da parte sua e da parte di chi lo sta seguendo in questo percorso, per quanto riguarda la regione Friuli Venezia Giulia e i consiglieri con cui hanno sempre avuto rapporti, possa continuare. Perché ricoprono sempre figure istituzionali”, conclude Sergo.

“IN EMILIA-ROMAGNA DI MAIO POCO AMATO, NESSUNA DEFEZIONE”

(Di Mattia Cecchini)

“In Emilia-Romagna non c’è nessuna defezione”. Semmai ci sono attivisti e militanti del Movimento 5 Stelle “contenti che ci sia stato questo chiarimento”. Ovvero, lo strappo che ha portato Luigi Di Maio a lasciare il Movimento fondato da Beppe Grillo. All’indomani della scissione, in Emilia-Romagna non fa drammi Gabriele Lanzi, parlamentare da pochi giorni incaricato come referente regionale del Movimento assieme al collega senatore Marco Croatti. E quindi, adesso che succede? “Che ci strutturiamo a livello provinciale e iniziamo a lavorare ai nostri programmi“. Tra l’altro questa scissione “non è un fulmine a ciel sereno: ce la si immaginava ed è accaduta…”. Dunque, non è un male? Escludendo appunto defezioni, “ripartiamo senza le zavorre”, ribatte Lanzi evidenziando però che “questo non è uno scontro tra Conte e Di Maio, ma tra Di Maio e il Movimento che ha la sua guida pro tempore e Conte, lo ricordo, per ben due volte, è stato nominato alla guida del Movimento”.

Insomma, è il ministro degli Esteri ad essersi messo fuori linea e in Emilia-Romagna pare non avesse folle di estimatori nella base grillina. “Di certo non ci aiutò quando si dimise da capo politico due giorni prima che si votasse in Regione – ricorda Lanzi -, è stato come se un allenatore di calcio facesse una sostituzione nella sua squadra quando quella avversaria sta per battere un calcio d’angolo…”.

Insomma, alla fine l’addio di Di Maio e di quanti lo seguono è quasi un ‘bene’? “Alla fine sì – risponde Lanzi parlando alla Dire – si supera un conflitto interno e si fa chiarezza“. Dunque, il Movimento 5 stelle non è al capolinea dopo la perdita di consensi seguita dalla scissione di ieri? “Il Movimento non è finito e anzi forse Di Maio ci ha dato una mano: in questo modo ognuno va per la sua strada e ora dobbiamo lavorare per essere pronti ad avere un programma, fare chiarezza e dire ‘questo è il nostro progetto’” incardinato ad esempio su Superbonus (“Importantissimo”), Reddito di cittadinanza e salario minimo su cui ora, a Roma, i pentastellati rimasti dovranno tenere la barra dritta.

Di passare all’opposizione secondo Lanzi per ora non se parla, “ma se Di Maio si comporterà in un certo modo e se noi, allora, dei risultati non riusciremo a ottenerli… Ecco, allora una riflessione penso che andrà fatta”, prevede il parlamentare. Che con Di Maio ha avuto un confronto diretto: “Gli ho detto in faccia quello che pensavo, quando ha cercato di parlare un po’ con tutti… Poteva restare a fare politica anche da non parlamentare, ma ha scelto diversamente”.

Insomma, anche qui è sempre Di Maio che ha scelto una strada diversa. E in Emilia-Romagna Lanzi non ha dubbi che quasi nessuno lo seguirà: “Dalle nostre parti non è molto amato. Non ho sentore di defezioni. Qui non ce ne sono”. Guarda già oltre, Lanzi: non tanto ai ballottaggi di Parma e Piacenza, ma al lavoro per le prossime politiche, ai comitati territoriali da insediare per lavorare su nuovi obiettivi. “Noi dobbiamo parlare dei nostri programmi. Fino ad ora siamo stati capaci di realizzare molte cose del nostro programma a differenza di partiti che in campagna elettorale promettono sempre le stesse cose senza realizzarle mai e non si capisce perché, nonostante questo, debbano prendere voti”, chiude Lanzi.

IN TOSCANA “DELUSI DA DI MAIO. AVANTI CON CONTE”

(Di Carlandrea Poli)

A palazzo del Pegaso il M5S resta compatto. Le due consigliere regionali del Movimento Irene Galletti, capogruppo e coordinatrice del partito in Toscana, e Silvia Noferi non seguiranno Luigi Di Maio in ‘Insieme per il futuro’. A togliere ogni dubbio è un post sui social di Galletti, condiviso immediatamente sulla propria pagina da Noferi. “Il Movimento 5 Stelle Toscana prosegue il suo lavoro a fianco del presidente Giuseppe Conte e di tutta la comunità politica da lui rappresentata”, si legge nella presa di posizione.

“La delusione e il disappunto per la scelta compiuta dagli ex parlamentari pentastellati è innegabile – aggiunge – ma la volontà di perseguire gli obiettivi del nostro mandato restano immutati: la giustizia sociale, la tutela dei diritti fondamentali, dell’ambiente e dei beni comuni restano i capisaldi sui quali ogni giorno impostiamo il nostro impegno, insieme a tutti coloro che fanno e faranno parte di questo nuovo percorso, collegiale e condiviso”.

SCISSIONE IN CAMPANIA, CIARAMBINO SEGUE DI MAIO

Nella Campania, terra natia di Luigi Di Maio, la clamorosa scissione consumatasi ieri nel Movimento 5 Stelle produrrà nel brevissimo tempo i suoi effetti. A livello regionale la notizia oramai certa è che Valeria Ciarambino, capogruppo M5S, vicepresidente del Consiglio regionale e due volte candidata alla presidenza della Regione, lascerà i 5 Stelle per aderire a ‘Insieme per il Futuro’ il nuovo soggetto politico fondato dal ministro degli Esteri. Dovrebbe seguire la capogruppo anche il consigliere casertano Salvatore Aversano (leggi qui). Anche ad Aversa, nel Casertano, scompare il M5S a livello istituzionale (leggi qui).

IN SICILIA NESSUNO SEGUIRÀ DI MAIO

La scissione di Di Maio sul gruppo M5S regionale ha avuto impatto zero, nessuno dei 15 deputati che ne fanno parte lo seguirà. Le manovre di palazzo non ci interessano, qui siamo tutti concentrati a lavorare per le primarie e per dare alla Sicilia un governo che finalmente lavori proficuamente per dare risposte concrete ai bisogni dei siciliani che da Musumeci hanno ascoltato solo chiacchiere e vuoti proclami. Domani da lui ci aspettiamo l’ennesimo annuncio a cui non crede più nessuno”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars e referente 5 Stelle per la Sicilia, Nuccio Di Paola.

“Tutti, compresi i deputati 5 Stelle a Roma – continua Di Paola -, siamo pronti a fare quadrato intorno al Movimento e a moltiplicare gli sforzi in vista delle prossime scadenze elettorali. Già sabato a Caltanissetta ci vedremo in una riunione aperta a tutti gli iscritti al M5S per serrare le file e rinnovare gli stimoli che non ci sono mai mancati”.

(Dire)

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