Settimana lavorativa corta, dal Regno Unito arriva la guida per ottenerla
“Il movimento sindacale ha conquistato il weekend, ha conquistato la giornata di 8 ore, ha conquistato le ferie pagate. Conquisterà la settimana di 4 giorni. Ma il diritto a un maggiore tempo libero e a un minore tempo di lavoro non è stato regalato ai lavoratori; lo abbiamo ottenuto organizzando la lotta nei luoghi di lavoro”. Si apre così la ‘Guida verso la settimana corta nei posti di lavoro’, elaborata dalla campagna britannica ‘4 day week‘ e destinata a “lavoratori e sindacalisti che vogliono ottenere la settimana lavorativa corta (e molto altro) attraverso la costruzione di un potere contrattuale e l’azione collettiva nei luoghi di lavoro”.
Il documento, pubblicato da Collettiva.it, illustra il percorso in cinque mosse: dalla sensibilizzazione dei colleghi, all’elaborazione di una piattaforma rivendicativa, fino all’apertura di una vertenza con la proprietà per ottenere la settimana di quattro giorni, senza escludere lo strumento dello sciopero se necessario. La fase uno è “presentare il caso ai tuoi colleghi sindacalisti”, la due consiste nella “creazione di un gruppo di lavoro di almeno tre persone incaricate di portare avanti la mozione concordata per fare una campagna internamente per una settimana lavorativa più breve. Ci dovrebbe essere almeno un rappresentante sindacale in questo gruppo di lavoro“, suggerisce la guida britannica. Quindi bisogna scrivere alla direzione illustrando i vantaggi come il miglioramento del benessere del personale, la “riduzione delle assenze per malattia poiché il personale è più felice e ha meno probabilità di esaurirsi”, l’aumento della produttività, un divario retributivo di genere ridotto”, perchè le donne “sono spesso escluse dal mercato del lavoro. Una settimana di quattro giorni potrebbe attirare donne qualificate in ruoli più alti e ridurre la disuguaglianza retributiva di genere”.
La ‘Guida verso la settimana corta nei posti di lavoro’, elaborata dalla campagna britannica ‘4 day week’, indica come fase tre la “campagna sul posto di lavoro e supporto alla costruzione tra i colleghi”, come fase quattro “impegnarsi con il management”. Se la direzione accetta si procede con l’attuazione, se i lavoratori si trovano davanti a un rifiuto la guida del regno Unito indica la necessità di “un processo pianificato di escalation contro il datore di lavoro che potrebbe durare mesi” e comprende azioni come questa: “tutti indossano adesivi ‘4 Day Week’ lo stesso giorno o tutti pranzano alla stessa ora, escono insieme dall’ufficio e si incontrano in un parco vicino per un ‘picnic della Settimana di 4 giorni’”. L’escalation dovrebbe spostarsi verso forme “dirompenti di azione sindacale, ad esempio uno sciopero”.
Ecco qualche idea per ridurre dell’orario: elimina le riunioni non necessarie, assicurati che tutte le riunioni siano precedute dalla creazione di un ordine del giorno condiviso, dimezza la durata standard delle riunioni, riduci le email non necessarie e rispondi solo in due momenti della giornata per 30 minuti alla volta, posiziona il tuo cellulare personale in un altro luogo lontano dalla tua scrivania, sperimenta nuove comunicazioni come Slack e nuove forme di gestione delle attività come Asana. Infine il buon sindacalista nei luoghi di lavoro deve essere smart: democratico, divertente e anche un po’ fastidioso perchè “in una situazione in cui il fastidio diventa insopportabile per il datore di lavoro diventa più facile per loro cedere alle richieste dei lavoratori, piuttosto che continuare a resistere”.
(Dire)