Spaccio sulla piazza di Capua: disarticolato gruppo tra Aversa e Caiazzo

Nel corso della decorsa notte, i Carabinieri del Comando Provinciale Caserta, coadiuvati in fase esecutiva dal Nucleo CC Cinofili di Sarno, nel contesto di una articolata attività d’indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Capua, coordinati dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari coercitive, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di nr. 8 indagati, nonché il regime restrittivo degli arresti domiciliari nei confronti di nr.3 indagati, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in concorso (p. e p. dagli artt.110, 81 cpv. c.p. e 73 e 74 DPR 309/90): AMENDOLA LUCIA, 13.02.1968 (carcere); DI RIENZO ANTONIO, 31.12.1969, (carcere); MANDESI DAVIDE, 13.11.1995, (carcere); MANDESI FABIO, 28.10.1994, (carcere); MONACO CLAUDIO, 10.01.1971, (carcere); MONACO ROBERTO, 02.05.1967 (carcere); PISTONE CARMINE, 23.12.1991, (carcere); PIUCCI ARCANGELO, 11.05.1966, (carcere); INSERO STEFANO, 26.11.1984, (arresti domiciliari); VERRONE LUIGI, 23.03.2001, (arresti domiciliari); VILARDI GIUSEPPE, 16.06.1974, (arresti domiciliari).

Il provvedimento scaturisce dagli esiti delle indagini che hanno consentito di accertare, tra la fine dell’anno 2020 e l’inizio dell’anno 2021, l’esistenza di un gruppo egemone di soggetti residenti nei comuni di Capua, Aversa e Caiazzo, dediti allo spaccio sulla piazza di Capua e comuni limitrofi, di sostanze stupefacenti del tipo hashish, crack e cocaina.

Le indagini, condotte attraverso attività tecniche d’intercettazione delle conversazioni tra i vari indagati, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte da questi ultimi, in modo sistematico e continuativo, consentendo di accertare lo smercio della sostanza stupefacente, nonché le relazioni di tutti i principali indagati. Infatti, gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore tramite WhatsApp, utilizzando termini convenzionali ovvero linguaggio criptico, il cui contenuto lasciava facilmente desumere l’imminente cessione.

Numerosi sono stati i riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti a cui, di volta in volta, veniva sequestrato lo stupefacente acquistato che, per quantità, per la modalità di presentazione, ovvero per altre circostanze dell’azione, appariva destinato ad un uso non personale, consentendo ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva agli indagati per comprare dosi a qualsiasi ora.

Sono circa 233 gli episodi di spaccio accertati, indicati in 36 capi di imputazione.

Nelle fasi di esecuzione della misura, dalle perquisizioni domiciliari effettuate presso le abitazioni degli arrestati, all’interno dell’intercapedine ricavata in un muro delle cantine di uno dei palazzi, sono stati rinvenuti 17 panetti di hashish del peso complessivo di circa gr.1800, per un valore di mercato di € 13.000 (tredicimila) e un bilancino di precisione.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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Redazione

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