Travolta dallo scooter in via Tribunali, arrestato il figlio del boss

Ieri, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, con la quale è stata disposta la misura della custodia in carcere a carico di: Patrizio Bosti di anni 19, figlio di BOSTI Ettore, soggetto già condannato con sentenza definitiva perché ritenuto intraneo al clan Contini, consorteria criminale confederata nella Alleanza di Secondigliano, unitamente ai clan Mallardo e Licciardi; Giorgio Marasco di anni 19, poiché gravemente indiziati dei reati di violenza privata e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose previste dall’art. 416 bis. 1 c.p. e la misura degli arresti domiciliari a carico di Gennaro Vitone di anni 21, gravemente indiziato del reato di lesioni personali stradali con l’aggravante della fuga.

In particolare, il 15 maggio scorso il Vitone a bordo di un motoveicolo, viaggiando ad elevata velocità per le strade cittadine, ha investito una donna che stava svolgendo la propria attività lavorativa all’esterno di un ristorante sito in via Tribunali ed un turista argentino, provocando loro, rispettivamente, lesioni gravissime e gravi.

Per consentire la fuga al centauro, ed assicurargli l’impunità in ordine al reato di lesioni stradali, in ausilio del primo è intervenuto un folto gruppo di soggetti che ha aggredito fisicamente e ha minacciato sia il titolare del ristorante, sia lo chef anche al fine di indurli a non presentare denuncia nei confronti del conducente del veicolo investitore e, anche mediante l’utilizzo di un’arma, i turisti argentini intervenuti in ausilio del loro amico ferito. Gli stessi, che cercavano di evitare che il motociclo a mezzo del quale era stato cagionato il duplice investimento stradale venisse prelevato, sono stati aggrediti anche mediante il lancio di tavolini e sedie.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
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Redazione

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