(VIDEO) Raggirano anziano: fermate due donne

Ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, e nel rispetto dei diritti degli indagati (che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza), si rende noto che le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso un’operazione, finalizzata a tutelare le persone fragili e in difficoltà, al fine di salvaguardare la loro integrità patrimoniale da chi si approfitta delle loro condizioni.

I finanzieri trevigiani hanno infatti denunciato alla locale Procura della Repubblica, per il reato di circonvenzione di incapace, due donne del vicentino – madre e figlia – che hanno sottratto a un anziano, residente nella Marca, la somma di oltre 246.000 Euro, prosciugandogli di fatto i conti correnti.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Treviso, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo che le indagate si spogliassero dei beni loro intestati e non fossero più in grado di restituire il maltolto, ha disposto il sequestro preventivo del provento del reato. I finanzieri del Gruppo di Treviso, che hanno eseguito le indagini, hanno pertanto posto sotto sequestro cinque immobili, intestati alle due donne.

Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia presentata dai familiari della vittima, ai quali l’anziano aveva avanzato alcune richieste anomale di prestiti di denaro contante, inspiegabili alla luce delle somme di denaro di cui l’uomo poteva solitamente disporre sui propri conti correnti. È stato così che i parenti si sono resi conto che il loro familiare non aveva più denaro, avendo trasferito tutto quello che aveva nelle mani di due donne, conosciute alcuni anni prima in occasione della vendita di alcuni mobili usati.

Proprio a seguito di questo incontro, la più giovane delle due indagate aveva iniziato a sentire telefonicamente l’anziano, instaurando un legame che è divenuto sempre più stretto, fino a indurre la vittima ad aiutare finanziariamente le donne, per tentare di risolvere alcune difficoltà che gli avevano confidato, promettendogli di restituire i prestiti in breve tempo.

I prestiti, concessi in buona fede e provati dagli accertamenti bancari eseguiti dai finanzieri trevigiani, non sono però mai stati restituiti: dalle indagini è emerso il meccanismo fraudolento architettato dalle indagate, che, all’avvicinarsi del momento della restituzione dei prestiti, trovavano nuovi motivi per chiedere ulteriori somme, aumentando così il danno alla vittima.

Nel giro di tre anni, dal 2016 al 2019, l’anziano è giunto ad accreditare alle indagate la somma complessiva di 246.526 Euro, tra bonifici e ricariche Postepay, accrediti ritenuti però illegittimi, essendo l’anziano incapace di intendere e di volere, perché affetto da uno stato di disagio fisico e psichico e, dunque, non in grado di comprendere e valutare gli atti compiuti.

L’analisi dei rapporti finanziari delle due indagate ha permesso peraltro di rilevare che le donne, dopo aver ottenuto i prestiti, effettuavano sistematicamente prelevamenti di denaro contante da utilizzare per le esigenze più svariate, ivi compresa quella del gioco, come dimostrato da alcuni prelievi, tramite bancomat, in sale scommesse.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Treviso (art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 106/2006, come introdotto dall’art. 3 del D.Lgs. n. 188/2021).

Redazione

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