Caldo a Napoli: 8 giornate da bollino rosso in due settimane
La città di Napoli in due settimane ha fatto registrare già otto giornate da bollino rosso con ondate di calore e condizioni ad elevato rischio come ripotato dai bollettini emanati dal ministero della Salute. “Non è solo l’effetto dell’anticiclone ma anche l’impatto dei cambiamenti climatici”, avverte Legambiente, che ha analizzato gli impatti della crisi climatica sulle aree urbane e sul territorio italiano.
Caldo estremo, piogge intense, notti tropicali: i dati sull’accelerazione di questi fenomeni sono sempre più preoccupanti. Dal 2010 al 2021 la Campania ha registrato 70 eventi estremi tra cui 25 danni da trombe d’aria, 21 allagamenti da piogge intense, 14 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo, 5 esondazioni fluviali. Gli effetti più evidenti sono nei centri urbani: a Napoli si sono verificati 18 eventi estremi, 6 allagamenti da piogge intense, 8 episodi di danni alle infrastrutture per piogge intense e 3 danni da trombe d’aria.
A Napoli si registra un incremento della temperatura media rispetto al valore climatico. Record per il numero di notti tropicali, ovvero quando la temperatura notturna non scende al di sotto dei 20°C.
Nel 2019 spiccano 62 notti tropicali di Napoli. Secondo il Rapporto “Analisi del rischio – I cambiamenti climatici” della Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), nella città di Napoli, con uno scenario caratterizzato dall’attuazione di politiche climatiche, si prevede un aumento di temperatura media di 2°C con 50 giorni l’anno di ondate di calore in più rispetto ad oggi (quasi due mesi in più di caldo estremo). Piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni quattro.
Sulla città gravano le criticità legate al difficile drenaggio di acqua piovana. Il problema degli allagamenti è reso ancora più grave dall’alto grado di impermeabilizzazione del suolo e dal fatto che Napoli è fra i comuni italiani con la più alta percentuale di superficie artificiale, pari al 63%. Tutto questo porta a impatti secondari: voragini sulle strade ed edifici meno stabili per effetto di perdite della rete di drenaggio, infiltrazione di acque piovane dalla superficie e conseguente erosione del sottosuolo.
La città è, dunque, particolarmente vulnerabile rispetto agli impatti del cambiamento climatico.
“Un’estate bollente con le temperature oltre la media, è il conto del cambiamento climatico. Una crisi – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – quella climatica che minaccia sempre di più la qualità della vita delle comunità a partire dalle città. Gli eventi estremi ci dimostrano che non c’è più tempo da perdere. Di fronte a questo scenario, anche la Campania deve accelerare il passo, servono azioni e interventi coerenti e sostenibili: le nostre città necessitano di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose durante le piogge di forte intensità e le case sempre più invivibili durante le ondate di calore. È paradossale che mentre le linee della circumvesuviana subiscono ulteriori ritardi oltre ai disservizi storici per il surriscaldamento dei binari si parli ancora, anche in Campania, di potenziare infrastrutture relative allo sviluppo del gas come il progetto di deposito di gas naturale liquido a San Giovanni a Teduccio. Bisogna attivare da subito percorsi di conversione dei sistemi produttivi e di forestazione delle nostre città. Servono allo stesso tempo scelte energetiche coraggiose che puntino con forza e vigore sullo sviluppo delle rinnovabili, snellendo definitivamente gli iter autorizzativi dei nuovi impianti, senza continuare ad investire su gas”.
(Com/Nac/Dire)