Caserta. Campus universitario ‘Vanvitelli’ in ex caserma

Oltre 50mila metri quadri per alloggi per studenti, spazi polifunzionali e per servizi.

L’Ateneo Vanvitelli ha siglato un accordo con il Demanio da cui ha ricevuto in concessione l’area denominata ex Caserma (mulini) Barducci, sita in via Ferrarecce, a Caserta, all’interno della quale si prevede di realizzare un Campus Universitario, mediante il recupero funzionale degli edifici storici vincolati esistenti.

L’intervento, che dovrà essere finanziato dal Ministero, dalla regione Campania e dall’Adisurc, è in linea con gli obiettivi strategici dell’Ateneo di valorizzazione e riqualificazione degli immobili di valenza storica, artistica, culturale ed architettonica. Si prevede, in particolare, la realizzazione di complessivi 122 posti alloggi, di cui 6 da destinare agli studenti diversamente abili, con relative pertinenze funzionali.

L’area si trova a ridosso del centro storico di Caserta (corso Trieste) ed è baricentrica rispetto alle sedi dell’Ateneo presenti in città: a 150 metri dalla sede del corso di laurea di Medicina e Chirurgia di Caserta, a poco più di un chilometro dal complesso di via Vivaldi/viale Lincoln e dal costruendo Policlinico, e a due chilometri dal complesso di viale Ellittico. Il complesso architettonico ottenuto in concessione dalla Vanvitelli è denominato “Mulini Reali Barducci”, ed è infatti un sito Borbonico parte di un insieme di opere accessorie all’Acquedotto Carolino progettato da Luigi Vanvitelli, realizzato tra il 1753 e il 1762.

L’imponente condotto idrico, lungo circa 38 chilometri dalle sorgenti del Fizzo sul monte Taburno alla sommità del monte Briano, da dove alimentava gli scenografici giochi d’acqua della Reggia di Caserta, divenne il motore dell’economia di ampie aree delle province di Benevento e di Caserta.

Pertanto, la loro valorizzazione mediante il recupero e la ri-funzionalizzazione a Campus Universitario costituisce anche l’occasione di avere una ricaduta socio-culturale sul territorio, con la possibilità di aprire gli immobili all’interesse storico e culturale della popolazione e all’organizzazione di eventi con le associazioni operanti sul territorio.

(ANSA)

Redazione

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