Crisi governo, Sgarbi: “È una sconfitta. Per Draghi e per la democrazia”
“Con il passare delle ore ho la sensazione che il gran rifiuto, che poteva rappresentare una via d’uscita lusinghiera per Mario Draghi, si trasformerà in una incondizionata accettazione del reincarico richiesto da Mattarella e patrocinato da capi di Stato americani ed europei, oltre che da un coro di sindaci e imprenditori che, equivocando i principi elementari della democrazia, hanno indicato in Draghi il solo commissario-salvatore della patria che può dare garanzie nella situazione perennemente emergenziale dell’Italia”. Vittorio Sgarbi commenta l’evolversi della crisi di Governo.
“Non è palesemente vero, ed è un danno, non per gli italiani e non per la democrazia che si gioverebbe di nuove, e non veramente procrastinabili, elezioni (vista la composizione abnorme del Parlamento), ma per lo stesso Draghi che, dopo altri 8 mesi di governo , tra guerre, incendi, limitazioni energetiche, tasse, disoccupazione, reddito di cittadinanza, emergenza sanitaria, arriverà alla fine dell’arbitrario (o arbitrale mandato) completamente spompato, e privo di quella residua credibilità che oggi ne avrebbe salvaguardato la rispettabilità, in relazione a un governo palesemente ingovernabile, aldilà della presenza dei cinque stelle. Uscendo oggi o domani, resterebbe Draghi; continuando a governare finirà come Monti, e verrà dimenticato”.
“Pensavo che, consapevole di questa possibile conclusione e certo rischio, confermasse le sue ‘irrevocabili’ dimissioni. Ma credo che non andrà così. E, in fondo, mi dispiace per lui. E anche per noi”.