Dopo Gelmini, anche Brunetta lascia Forza Italia: Tajani li bacchetta

“Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia”. Così Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, annuncia il suo addio al partito. Una scelta che segue quella dell’altra ministra azzurra Mariastella Gelmini, arrivata ieri sera.

“Non votando la fiducia a Mario Draghi, il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura – spiega Brunetta – : l’europeismo, l’atlantismo, il liberalismo, l’economia sociale di mercato, l’equità. I cardini della storia gloriosa del Partito popolare europeo, a cui mi onoro di essere iscritto, integralmente recepiti nell’agenda Draghi e nel pragmatismo visionario del Pnrr”.

Mariastella Gelmini lascia Forza Italia spiegando che il partito è schiavo di Matteo Salvini. “Non siamo schiavi di nessuno, mi sembra una scusa dettata forse dal nervosismo”, spiega il coordinatore forzista Antonio Tajani a Rtl 102.5. “È una scelta della Gelmini quella di andare via, sono rimasto sorpreso, ha ricevuto tanto da Berlusconi, è capo delegazione di Fi, oltre ad essere ministro – dice Tajani – Ha dato tanto come tutti noi. Credo che se c’è qualcosa che non va, si debba rimanere perché si è eletti da Fi”.

“Sono fiero di aver servito l’Italia da ministro di questo Governo – aggiunge l’ormai ex azzurro -. Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave. I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista – rimarca Brunetta -, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull’altare del più miope opportunismo elettorale. Io rimango dalla stessa parte: dalla parte dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perché rimanesse alla guida del Governo. Io non cambio, è Forza Italia che è cambiata“.

“Mi batterò ora – prosegue Brunetta – perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo. Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. È una battaglia per il futuro che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia”, conclude il ministro.

A lasciare Forza Italia è anche il senatore Andrea Cangini, che ieri in Senato aveva dato la fiducia al governo Draghi in contrasto con la linea dei vertici del partito di non partecipare alla votazione. “Sono consapevole del fatto che, rinnovando la fiducia al presidente del Consiglio Mario Draghi in coerenza con quanto detto e fatto da Forza Italia fino a due giorni fa, mi sarei messo automaticamente fuori dal partito. Nelle prossime ore formalizzerò le dimissioni dovute“.

“Non siamo schiavi di nessuno, mi sembra una scusa dettata forse dal nervosismo”, spiega il coordinatore forzista Antonio Tajani a Rtl 102.5. “È una scelta della Gelmini quella di andare via, sono rimasto sorpreso, ha ricevuto tanto da Berlusconi, è capo delegazione di Fi, oltre ad essere ministro – dice Tajani – Ha dato tanto come tutti noi. Credo che se c’è qualcosa che non va, si debba rimanere perché si è eletti da Fi”.

(Dire)

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