(VIDEO) Covid, Sotgiu: “Con il salto di specie c’è il rischio di altre pandemie in futuro”

“Se dobbiamo aspettarci altre pandemie in futuro? Sì, purtroppo questo è il rischio, perché il cambio di abitudini dell’uomo modifica i rapporti ecologici“. Risponde così l’epidemiologo Giovanni Sotgiu, ordinario di Statistica all’Università Medica di Cagliari, interpellato sul tema dalla Dire nel corso di una intervista video.

“Le interazioni intensive, ad esempio con gli animali- spiega l’epidemiologo- in alcune parti del mondo possono condurre ad una elevata frequenza di contatti con virus che sono tipici del mondo animale ma che possono mutare le proprie caratteristiche e iniziare ad infettare l’uomo“. E quando avviene uno ‘spillover’, cioè un salto di specie, esiste un “elevato rischio di pandemia, soprattutto se il virus si trasmette per via respiratoria”, sottolinea Sotgiu.

Per questo è necessario richiamare la strategia ‘One Health’, ovvero bisogna “ripensare la salute dell’uomo inclusa nel contesto di salute veterinaria e ambientale– prosegue Sotgiu- Gli epidemiologici cercano di comprendere i fattori determinanti di malattia e di salute legati all’uomo e all’ambiente, non sono dei maghi dotati di sfera di cristallo, ma sulla base di studi scientifici cercano di comprendere potenziali dinamiche future, ovviamente ragionando in maniera probabilistica e in assenza di sentenze assolute”.

Ad esempio, le previsioni sull’evoluzione della pandemia nel contesto italiano si possono basare sulle “valutazioni eseguite in contesti geografici simili dove un fenomeno si è venuto a sviluppare prima, quindi studiamo l’evoluzione nel Regno Unito della sottovariante di Omicron BA.5 che temporalmente ha avuto un’evoluzione antecedente a quella italiana per comprendere le dinamiche nel nostro Paese ed evitare il più possibile conseguenze”, spiega.

SOTGIU: EFFICACIA RIDOTTA CON VARIANTI, MA RESTA RUOLO CRUCIALE

“Sebbene l’efficacia si sia ridotta con le nuove varianti virali, i vaccini mantengono un ruolo cruciale nella riduzione del rischio di malattia severa”, spiega Sotgiu. “È chiaro- prosegue – che la persistenza di gruppi di popolazioni non vaccinate nel mondo rappresenta un grave handicap nel controllo dell’infezione: la salute del mondo, in questo caso legato alla protezione vaccinale, corrisponde alla nostra salute individuale, quindi tutelare le persone nel mondo è cruciale”. D’altronde, in un mondo globalizzato come quello attuale, un problema sanitario nell’emisfero Sud del mondo “è un nostro problema”.

Per l’epidemiologo è quindi “fondamentale” richiamare il concetto di salute globale per “riferire l’importanza di politiche non più nazionalistiche. Le malattie infettive- sottolinea- non hanno confini di Stato e possono essere vinte soltanto con un approccio di salute unico, ‘One Health’, che deve essere orientato alla salute dell’uomo, dell’animale e dell’ambiente, poiché i problemi attuali e quelli futuri possono nascere dall’alterazione degli equilibri ambientali”. Sotgiu ricorda infine che i vaccini raccomandati per numerose malattie infettive (tra cui poliomielite, epatite B, tetano e vaiolo) hanno “radicalmente cambiato la storia naturale di numerose malattie, salvando milioni di persone”, conclude.

SOTGIU: AUTUNNO? PREVISIONI A LUNGO TERMINE INFLUENZATE DA TROPPI FATTORI

“Allo stato attuale non possiamo fornire certezze per l’autunno, ma dobbiamo concentrarci sulla condizione presente. La valutazione a lungo termine può essere infatti influenzata da numerosi fattori legati sia al virus sia all’ospite che all’ambiente. Tali fattori possono essere in grado di cambiare il contesto epidemiologico”.

“Il nostro ragionamento sugli interventi da adottare- prosegue l’epidemiologo- deve essere funzionale al rischio di infezione, in modo particolare dobbiamo pesare il numero e il tipo di interventi di sanità pubblica in funzione dell’andamento della curva epidemica, non con un meccanismo ‘acceso-spento’ come se fosse un interruttore”.

Oggi, secondo Sotgiu, la comparsa di nuove varianti virali caratterizzate da elevata contagiosità “ci porta a mettere in evidenza l’importanza dell’approccio preventivo multiforme che abbiamo raccomandato in questi tre anni di pandemia- sottolinea- con la necessità di eseguire booster vaccinali in soggetti fragili e a rischio di complicazioni di malattia e, insieme, la necessità di rispettare le misure di prevenzione e controllo, come indossare la mascherina FFP2 in un ambiente a rischio, favorire la ventilazione degli ambienti e la distanza sociale”, conclude.

(Dire)

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