Covid e restrizioni, Bassetti contro Crisanti

“Crisanti commette un grave errore e fa un clamoroso assist ai no vax, parlando ancora oggi di future restrizioni e lockdown per mitigare effetti del Covid-19“. Così su Twitter il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, commentando le dichiarazioni sulla pandemia del neo-candidato del Pd alle prossime Politiche. “Guardiamo avanti. Grazie a vaccini, farmaci e conoscenze non ci dovranno essere restrizioni. Chi fa il medico lo sa…”, aggiunge l’infettivologo.

BASSETTI: “CAMBIARE REGOLE QUARANTENA O MILIONI NON POTRANNO VOTARE”

Bassetti, ospite su La7 del contenitore ‘La corsa al voto’, parla poi dei rischi legati al Covid in vista del ritorno alle urne: “Il prossimo 25 settembre ci sono le elezioni. Credo che sicuramente dovremo vaccinare le persone, perché è probabile che avremo una nuova fiammata di casi. Questo vuol dire che i contagi cresceranno, torneremo a scuola, torneranno le attività produttive – sottolinea l’infettivologo – Ma se andiamo alle urne con questa regola sulle quarantene e se avremo un aumento dei contagi, ci saranno milioni di persone che non potranno andare a votare. Se non cambiamo la regola della quarantena e non consentiamo alle persone di uscire da casa, magari con una mascherina – si domanda il medico – quante di loro non potranno votare perché in quarantena?”.

BASSETTI: “OGGI IL COVID È UNA FORMA INFLUENZALE”

Secondo Bassetti “oggi, con il Covid che è una forma influenzale, non è possibile dire a un cittadino che non può andare a votare perché in Italia non abbiamo deciso di fare quello che, invece, avviene in molti altri Paesi, per esempio consentire alle persone di uscire con le mascherine. Questo lo dovremmo fare, se non altro per consentire a tutti di votare”.

BASSETTI: “I MIGLIORI MINISTRI DELLA SALUTE ERANO TECNICI”

Interpellato sulla candidatura di Crisanti, che ha affermato “se Bassetti vuole fare il ministro si deve presentare alle elezioni”, l’infettivologo del San Martino di Genova osserva: “I quattro migliori ministri della Salute del nostro Paese erano quattro tecnici. Cito su tutti Umberto Veronesi, ma possiamo parlare di Elio Guzzanti, di Ferruccio Fazio o di Girolamo Sirchia. È evidente che forse Crisanti non conosce la storia del nostro Paese – punge Bassetti – forse sarebbe bene che la andasse a studiare, perché la storia del nostro Paese è fatta di tanti tecnici. A partire dal presidente Draghi, che non mi sembra fosse eletto”.

Sull’affermazione di Crisanti, secondo cui “se Salvini fosse stato al governo, ci sarebbe stato il doppio dei morti di Covid“, con riferimento alle posizioni no vax e no mask iniziali, Bassetti spiega: “Penso che se la poteva risparmiare. Comunque sia, credo che Crisanti si riferisse al Salvini aperturista, un Salvini che sentiva il consiglio di tanti di noi. Ricordiamoci che quando si è deciso di aprire l’Italia – continua l’infettivologo – non è stato fatto perché lo ha detto Salvini ma perché avevamo una buona parte di popolazione vaccinata e il presidente Draghi parlò di ‘rischio calcolato’. Ricordo molto bene che Crisanti e altri dissero ‘no, il rischio non è calcolato e ci sarà un’ecatombe’. Non mi pare, invece, che i morti ci siano stati”.

A chi gli fa notare che il grosso delle posizioni critiche su vaccini e no vax fossero comunque del centrodestra, Bassetti replica che “bisogna fare dei distinguo. Quando c’è stato da criticare le posizioni tiepide o fredde sui vaccini, l’ho fatto. Dopodiché io credo che Salvini non solo si sia vaccinato ma abbia anche detto che i vaccini hanno avuto un beneficio. Credo che il distinguo sia stato sul green pass. Personalmente ho sempre pensato al green pass come uno strumento per portare le persone a vaccinarsi. Evidentemente è uno strumento politico che, lecitamente, può essere criticato. Francamente credo che Crisanti poteva risparmiarsi la polemica”.

BASSETTI: “ECCO COSA FAREI DA MINISTRO DELLA SALUTE”

A questo punto la domanda diretta: se fosse ministro della Salute, quali sarebbero le prime due cose che Bassetti farebbe, diverse rispetto alla linea tenuta da Roberto Speranza? “Credo che la cosa più importante – dichiara – sarebbe imparare a convivere con il virus. Mi sembra che Crisanti abbia detto che se circolerà nuovamente una variante più aggressiva ci dobbiamo preparare alle restrizioni. Ecco: la parola restrizioni non deve più esistere nel nostro Paese, perché con il 90% della popolazione vaccinata, e quindi coperta dalle forme gravi, non possiamo più neanche pronunciare la parola restrizioni”.

“La seconda cosa – prosegue il medico del San Martino di Genova – è una maggiore collaborazione tra ospedale e territorio e una maggiore unione tra centro e periferia. Quello che è stato il grande problema di questo Paese è che le prime cinque regioni che hanno affrontato il Covid, ovvero la Lombardia, l’Emilia, il Piemonte, il Veneto e la Liguria, nel primo Cts non avevano neanche un membro chiamato a prendere decisioni sulla pandemia. Questo non è normale. Spero che per il futuro le regioni e il ministero della Salute abbiano una maggiore coesione, che diventi una sorta di conferenza Stato-Regioni all’interno del ministero della Salute”, conclude Bassetti.

(Dire)

Redazione

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