La ’mala gestio’ del patrimonio storico di Aversa

La cultura dimenticata e l’arte sfregiata: in città solo colate di nuovo cemento.

Per difendere un patrimonio artistico bisogna provarne interesse, conoscerlo o anche solo essere colpiti dalla sua bellezza e sentirla. Sembra, nei fatti, che chi amministra questa città sia priva non solo di un elementare senso estetico, ma manchi anche della consapevolezza che la memoria resti l’unico antidoto all’imbarbarimento che investe il nostro territorio e che senza sosta procede privo di ostacoli.

Quando la politica taglia le radici con la storia e  le storie, e promuove solo nuove costruzioni favorendo molto generosamente gli appetiti speculativi di pochi imprenditori, vuol dire che essa stessa trasgredisce la sua antica missione di “arte di governo della città”. La città è in maggioranza composta da cittadini che sperano in un futuro migliore della propria comunità e solo da una piccola minoranza da imprenditori senza cultura né scrupoli. Ci duole constatare che ad Aversa sembri più difficile e faticoso difendere quello che la città già possiede mentre è più facile e performante giocare con il potere dando il via libera ad una speculazione più bieca, proprio mentre è in redazione un Piano Urbanistico Comunale ( PUC).

Casa Cimarosa, edificio ex Liceo Artistico in piazza Don Diana e l’appena ultimata chiesa dello Spirito Santo, sono tutti plessi prestigiosi abbandonati all’incuria e alla mercè di vandali e malfattori.

Il recente furto, lo sfregio del meraviglioso e unico pavimento maiolicato (ricordiamo  che ogni mattonella trafugata era numerata fronte-retro  e anche ridisegnata in scala 1:1) della chiesa dello Spirito Santo, restaurata  sapientemente e con profonda dedizione dal progettista e curatore scientifico prof. arch.Luigi Guerriero, e dalle mani esperte ed amorevoli del restauratore dott. Francesco della Volpe, poteva essere evitato.

Era stato chiesto dalla direzione lavori di attivare l’antifurto principale, mentre era solo in uso un provvisorio ed elementare antifurto di cantiere, e tra i vari ritardi e nel disinteresse generale l’Enel non poi ha attivato il contatore su cui doveva essere collegato l’antifurto principale. Era stato chiesto anche di far funzionare le telecamere ma questo anche non è stato eseguito.

Ricordiamo che il pavimento era un’opera eseguita dal noto maestro Giuseppe Massa, lo stesso autore del chiostro di Santa Chiara a Napoli. Secondo gli studi del prof. Guerriero, autore di recente anche di due preziosi volumi sui cantieri e le maestranze del Settecento in Aversa, il XVIII secolo è stato un secolo molto fiorente per la cultura, l’arte e l’economia aversana. Ricordiamoanche che nello stesso secolo sono nati Cimarosa e Jommelli; quale cornice più celebrativa poteva, pertanto, essere quella della ormai compromessa chiesa dello Spirito Santo con il suo splendido pavimento settecentesco maiolicato, per ospitare le attività concertistiche dei nostri compositori del Settecento noti e celebrati in ogni parte del mondo? La chiesa dello Spirito Santo dopo l’ultimazione dei lavori andava affidata ad un gestore e adibita subito alla sua nuova funzione.

Ricordiamo a chi governa questa città che la storia e la cultura e l’arte sono i più autentici veicoli di una sana identità e i più efficaci antidoti alle violenze di ogn genere che atterriscono la civiltà del nostro territorio, una civiltà antichissima che affonda le proprie radici già nel neolitico, e che oggi sembra arrivata ad un punto di non ritorno.

Che la politica ritorni ad occuparsi delle cosiddette “piccole cose”, del “possibile”, della gestione del verde, della tutela dei monumenti, della promozione dell’arte e della cultura perché sono questi il sale e la vita di una sana comunità.

Molto tristemente oggi rileviamo un territorio sempre più nelle fauci delle brame di un narcisismo del potere e interamente affogato da attività speculative. 

Salvino Arturo Pozzi
Archeoclub

Redazione

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