Tutti i segreti sulla pasta italiana che ancora non conosci
La pasta è una pietanza tipica del nostro Paese, ma è conosciuta in tutto il mondo; in Italia, poi, ogni regione ha una specifica tradizione in materia di formati e ricette. Sin dal Medio Evo, l’Italia è stato il solo Paese di tutta Europa a proporre piatti a base di pasta invece che usarla unicamente come accompagnamento (un po’ come il pane, per intenderci) o come ingrediente da mettere in un brodo. Ecco perché adesso i piatti con la pasta non sono un contorno ma dei primi. La pastasciutta è la più diffusa, mentre meno comuni sono le paste per brodo e le pastine. Ci sono specifiche tipologie di pasta presenti in regioni ben precise, mentre altre si trovano dappertutto.
Le differenze tra pasta e pasta
Se leggi i risultati del test sulla migliore pasta italiana seguendo questo link puoi scoprire quali sono i prodotti da privilegiare e portare in tavola. Per altro, la classificazione della pasta può essere effettuata in tanti modi diversi. Se, per esempio, ci si basa sul metodo di produzione e sugli ingredienti, è possibile distinguere fra pasta fresca e pasta secca; ma ci sono anche la pasta ripiena e quella non ripiena, la pasta senza uovo, la pasta all’uovo, la pasta di semola di grano duro e la pasta di frumento. In tutto sono più o meno 200 i formati di pasta in vendita nel nostro Paese. Nel corso dei secoli, comunque, la cultura della pasta secca è stata quella che si è diffusa di più.
I formati
Gli spaghetti rappresentano il formato di pasta che gli italiani consumano di più, e sono presenti non solo nella tradizione culinaria del Sud Italia, ma anche in quella delle regioni del Nord e del Centro. In un certo senso gli spaghetti sono il simbolo della pasta a 360 gradi, sinonimo di cultura alimentare. Si chiamano così perché hanno la forma di un piccolo spago, e fanno parte della categoria dei vermicelli. Un piatto di spaghetti alla carbonara è una delizia a cui è molto difficile resistere. Molto comuni sono anche le penne rigate, che si ritiene siano state inventate da un pastaio ligure di nome Giovanni Battista Capurro, che lavorava vicino a Genova, a San Martino d’Albano. Nel 1865 egli brevettò una macchina che era in grado di tagliare la pasta in senso diagonale senza schiacciarla. Fino ad allora, invece, la pasta veniva tagliata con le forbici, a mano. La rigatura delle penne ha lo scopo di favorire l’assorbimento dei sughi, siano essi a base di verdure o di carne.
I fusilli
Anche i fusilli meritano di essere inseriti nella rassegna dei formati di pasta più apprezzati. Curiosamente, il loro nome proviene dai fusi, che erano degli strumenti di legno che venivano impiegati per filare a mano secondo un gesto di arrotolamento simile a quello che caratterizza la forma dei fusilli. In Sicilia i fusilli prendono il nome di busiata, e questa è un’eredità araba. Infatti il termine bus in arabo corrisponde alla canna di una pianta intorno a cui la pasta viene arrotolata. Ma i fusilli hanno nomi diversi in ogni regione: per esempio in Basilicata sono chiamati maccheroni chi fir, in Puglia maccheroni a ferrittus, in Molise ciufolitti e in Veneto subioti. Sino a circa un secolo fa, la produzione dei fusili avveniva a mano, con la pasta che veniva avvolta intorno a un ferro. Poi nel 1924 fu inventata la Fusilla, una macchina che consentì di ottenere una produzione centrata: a idearla furono due fratelli italiani che erano andati in cerca di fortuna negli Stati Uniti, Aurelio e Guido Tanzi.
Tutta la bontà delle farfalle
Le farfalle sono altrettanto diffuse, e in questo caso non c’è nemmeno bisogno di spiegare le origini del nome. Piuttosto, è curioso scoprire che le farfalle sono chiamate anche stricchetti, visto che la pasta è stretta nella parte centrale. In Emilia gli stricchetti venivano preparati per non sprecare i ritagli di pasta fresca che risultavano dalla produzione dei tortelloni e dei tortellini. Condimenti invernali piuttosto consistenti sono ideali per le farfalle, che in ogni caso ben si adattano anche a condimenti più leggeri tipici della stagione estiva.