(VIDEO) Gara di mangiatrici di banane: è polemica
È polemica in Friulia Venezia Giulia per la ‘festa degli uomini’ di Monteprato, che si tiene il 2 agosto come ogni anno, con annessa una gara di ‘mangiatrici di banane’.
E, se gli organizzatori si sono difesi ricordando l’origine antica di questa festa goliardica e lo spirito ‘leggendario’ che c’è dietro, la cosa non è servita per placare gli animi.
In tanti hanno gridato al sessismo, all’offesa per le donne e per il concetto di parità, oltre che all’utilizzo di un linguaggio sessista e retrogrado.
“UN GRAVISSIMO ABBASSAMENTO CULTURALE”
“Molte saranno sicuramente le occasioni di festa tra uomini in questa data, ma di questo particolare evento si scopre che addirittura avrebbe origini leggendarie. Tuttavia, dall’ultima locandina se ne evince solo un gravissimo abbassamento culturale, anche di comunicazione, che ha toccato livelli incredibili”. È il commento netto della presidente della Commissione per le Pari opportunità tra uomo e donna del Friuli Venezia Giulia (Crpo), Dusolina Marcolin, dopo aver ricevuto una segnalazione in merito alla locandina utilizzata per promuovere la Festa degli uomini di Monteprato (Nimis – Udine) che viene celebrata ogni 2 agosto.
Nella locandina si annuncia per l’occasione una “Gara di mangiatrici di banane” e compare l’immagine di una ragazza che, in bikini, ne sta mangiando una.
LA FESTA NATA NEGLI ANNI 70
La nota ricorda che, a quanto appurato, nel primo dopoguerra a causa di condizioni disagiate, di clima, povertà, c’era un unico punto di aggregazione sociale della comunità (osteria). Proprio lì si discuteva con preoccupazione in merito alla denatalità, spiega Marcolin. Negli anni ’70, un gruppo di ragazzi inventò una festa goliardica per ricordare la leggenda e, nel corso degli anni, l’evento ha acquisito fama internazionale ma, evidenzia ancora la Crpo Fvg, è decisamente scesa di livello, stante la locandina scelta il video pubblicato in rete.
“LINGUAGGIO E IMMAGINI CHE OFFENDONO LA PARITÀ”
Di qui una denuncia non la festa in sé, precisa, “quanto dell’organizzazione di una gara ben particolare e il conseguente uso di immagini e di un linguaggio che offendono e violano la cultura di parità di cui tutti si fanno paladini”. Non solo, aggiunge, “mortificano e infieriscono sul sacrosanto diritto delle donne a non essere continuamente soggette a violenza, nonché ridicolizzate e banalizzate, come nel caso in questione”, traducendo la festa in una forma di “denigrazione e di sessualizzazione della donna”. Anche questo agire, prosegue ancora Marcolin, “costituisce una forma, neanche tanto subdola, di violenza alla quale è necessario mettere fine e, per tale motivo, la Commissione invita le donne- conclude- a non partecipare a competizioni di questo bassissimo livello, ma anche, a tutti in generale, di disapprovarne l’organizzazione perché, senza la pretesa di fare la morale a nessuno, si tratta di una questione di mancato rispetto”.
‘Mangiatrici di banane’, la sessuologa: “Evviva la leggerezza”
‘È l’unico frutto dell’amor, è la banana è la banana…’. Stasera Monteprato di Nimis in Friuli aprirà probabilmente con la canzone di Cocojamboo la “Festa degli uomini”, infischiandosene del popolo social che gli urla contro ‘maschilisti’ e ‘sessisti’ o promuove petizioni per abolire la discussa manifestazione. Ma alle ‘mangiatrici di banane’ strizza gli occhi anche la sessuologa Rosamaria Spina: “Un po’ di leggerezza non guasta, perché tabuizzare tutto ciò che sta intorno alla sessualità? A tutti questi commenti negativi che circolano in rete rispondo: impariamo a vivere e a vedere la sessualità con meno moralismi e più leggerezza. Oggi viviamo in una società con una moralità molto più rigida rispetto a tanti anni fa, tutto è potenzialmente suscettibile di giudizio. Dai molti video che ho visto sulle ‘mangiatrici di banane’ posso confermare che le persone che hanno partecipato alle edizioni passate si divertivano. È libera la scelta di partecipare o meno. Oggi si vuole dare rilievo a un pensiero unico- sottolinea la sessuologa- e non ne vedo né le ragioni né l’utilità. Ognuno deve vivere la sessualità a modo suo”.
Video “brutti”, ammette ancora Spina, “ma rispecchiano una tendenza di costumi che oggi sono sessualmente più espliciti e meno legati ai dettami di tipo morale: la voglia di divertirsi e ironizzare sul vivere e percepire la sessualità. Sia negli uomini che nelle donne partecipanti emerge il divertimento, non tanto la provocazione o la sessualizzazione di determinati comportamenti. La sessualità in questo quadro non risponde ai dettami di giusto e sbagliato come criterio assoluto. In linea generale quello che mi è arrivato dai video è stato soprattutto il lato ironico, divertente e leggero dei partecipanti. Va bene anche questo”.
L’evento sarebbe stato, quindi, “male interpretato. Al di là della discutibilità ho visto persone che avevano voglia di ironizzare anche sugli aspetti legati al rapporto orale. Non sono d’accordo sui commenti di ‘maschilismo’ e ‘sessismo’. Le ragazze hanno scelto volontariamente di partecipare, non sono state obbligate. Usciamo dal meccanismo in cui se apparentemente l’uomo ha una posizione dominante, la donna di conseguenza è vittima di un sistema. La donna decide fin dove arrivare, cosa fare o cosa non fare anche nei giochi di ruolo e la complicità che si viene a creare è parte integrante del meccanismo”.
Manifestazioni come quella di Monteprato di Nimis “non condizionano nemmeno l’apprendimento sessuale, perché la sessualità è il frutto di tanti elementi: educativo, sociale, culturale, esperienziale o economico. Anche l’educazione in famiglia può condizionare l’apprendimento di un ragazzo o di una ragazza, così come la fede religiosa. È come quando si dice che la pornografia è nociva per lo sviluppo degli adolescenti- ricorda Spina- ma la pornografia non è sbagliata in assoluto, dipende dall’uso che se ne fa”.
Il punto, per la psicoterapeuta, “è la mancanza di una educazione sessuale sana e adeguata, non delle manifestazioni. Perché preoccuparci di manifestazioni del genere se poi non vengono inseriti nella didattica corsi di educazione sessuale a scuola? In questa società c’è un atteggiamento troppo forte di divieto, poi lasciamo gli adolescenti allo sbaraglio. Ci deve essere una controparte, altrimenti il solo divieto porta spesso a comportamenti ancora più dannosi”.
Probabilmente l’immagine della ragazza utilizzata nella locandina ha veicolato “un messaggio ben peggiore di quello che la manifestazione mostrava. Anche il finto rapporto orale delle ragazze inginocchiate a mangiare le banane ad altezza cintura può essere disturbante se lo consideriamo tale. Se lo consideriamo una goliardata, invece, gli togliamo gran parte dell’importanza che gli è stata data. Nei confronti della sessualità ci sono spesso delle esagerazioni- aggiunge la sessuologa- in realtà le problematiche nascono proprio da una eccessiva tabuizzazione”.
La festa degli uomini è nata nel 1977 per affrontare il tema della denatalità. “Eravamo molto più aperti mentalmente, negli anni ’70 e ’80. Allora abbiamo avuto la legge sull’aborto, la legge sulla riattribuzione di sesso, mentre oggi stiamo rischiando di fare un passo indietro. C’è qualcosa che non sta funzionando. Il divieto non aiuta ad avere uno sviluppo sano e adeguato, servono invece programmi di prevenzione sulle gravidanze indesiderate e le malattie trasmissibili. La sifilide e l’HIV sono in aumento ma non se ne parla più. È inutile indignarci per questa manifestazione, prendete il lato goliardico, divertitevi che non succede nulla. Se i ragazzini rimangono interdetti diamo loro delle spiegazioni adeguate- conclude- non è vietando manifestazioni che risolviamo il problema”.
(Dire)