Caro energia, per Confindustria “serve un razionamento del gas”
“Se la Russia sospende l’invio di gas avremmo un buco di 4 miliardi di metri cubi. Spegneremmo quasi un quinto dell’industria italiana. Ecco perché serve pensare a una strategia di razionamento“. Lo dice Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, su Rtl 102.5.
“Spegnere il sistema industriale italiano significa mettere a rischio migliaia di imprese, migliaia di posti di lavoro e reddito per migliaia di famiglie italiane. L’attenzione va ai mesi stress di gennaio e febbraio, ma tutto ciò che sta succedendo nei primi sette mesi dell’anno ha fatto sì che la cassa integrazione sia aumentata del 45% rispetto all’anno precedente. Un dato che ci allarma”.
LA DIPENDENZA DAL GAS RUSSO
Per il presidente degli industriali, “la crisi del conflitto in Ucraina ha accelerato il tema di politica energetica che l’Europa non ha mai voluto affrontare. Tutto ciò si somma a errori commessi dall’Italia – lamenta Bonomi – Utilizziamo 75 miliardi di metri cubi di gas all’anno (20 miliardi per le industrie, 25 in ambito civile, 30 per produrre energia elettrica). Abbiamo la necessità di 15 miliardi di metri cubi di gas russo, ancora oggi“.
BONOMI: “FONDAMENTALE IL TETTO AL PREZZO DEL GAS”
“Le stime – ricorda il vertice di Confindustria – dicono che diventeremo indipendenti dal 2024. Ma dobbiamo fare il rigassificatore di Piombino, quello in Emilia Romagna e importare gas da altri Paesi e investire. Abbiamo la necessità di arrivare agli stoccaggi previsti dal Governo (90%), che vuol dire coprire 11 miliardi di metri cubi”. In tutto ciò, “con interventi trimestrali non si va lontano. Serve un tetto al prezzo del gas. Caro bollette e crisi energetica non sono legate solo al conflitto e alle sanzioni alla Russia, ma vengono da lontano – dice il numero uno di viale dell’Astronomia – Il tetto al prezzo del gas, se non viene fatto a livello europeo, va fatto a livello nazionale. Il via libera al tetto dalla Germania ha fatto sì che in un giorno il costo del gas sia crollato da 308 a 254 euro. Portogallo e Spagna, che l’hanno già applicato, pagano la metà in energia rispetto all’Italia, dove il costo è tra i più alti in Europa”.
BONOMI: “STOP CERTIFICATI VERDI, RIPENSARE AL NUCLEARE”
Per Bonomi, “dobbiamo sospendere l’acquisto dei certificati verdi. È follia far pagare al sistema industriale europeo i certificati a questi prezzi, ma soprattutto bisogna intervenire per fare in modo che non ci siano speculazioni. Non è possibile che la finanza possa comprare certificati verdi per lucrarci sopra, i certificati dovrebbero poter comprarli sono le imprese”, sottolinea il numero uno di viale dell’Astronomia.
“Quattrocento impianti di energia rinnovabile sono fermi per la burocrazia, vanno sbloccati. Questa produzione di energia rinnovabile va dedicata alla manifattura per calmierare i prezzi – aggiunge Bonomi – Sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas: è una follia. Sole e vento non hanno aumentato il loro costo”. Ciò detto, “sui temi di politica industriale l’Europa è stata completamente assente, ognuno ha seguito la sua strada. Sul nucleare, ad esempio, andrebbe aperta una riflessione molto seria in Italia. Le tecnologie cambiano, dopo anni”, valuta il presidente di Confindustria.
(Dire)