Elezioni, Santori: “Casini eletto e Soumahoro no: Pd rifletta”
Congresso subito e cambio netto alla guida del partito. È la “unica vera strada” da percorrere ora per il Pd dopo la debacle elettorale secondo l’ex sardina Mattia Santori, consigliere comunale a Bologna.
Ora i dem devono “chiamare i problemi con il loro nome e ricostruire- afferma Santori, questa mattina a margine di un’iniziativa in Sala borsa a Bologna- credo che il congresso sia l’unica vera strada e che non si possa più fare finta che chi ha comandato finora, e non è solo Enrico Letta, possa continuare a farlo senza un esame di coscienza che fino ad oggi non c’è mai stato”.
Se all’interno della debacle generale del Pd e del centrosinistra alle politiche di ieri, in Emilia-Romagna viene eletto Pierferdinando Casini e non Aboubakar Soumahoro, “bisogna fare una riflessione. C’è sicuramente qualcosa che è sfuggito nell’analisi di Enrico Letta e del partito”. A sottolinearlo è l’ex sardina Mattia Santori, consigliere comunale dem a Bologna, analizzando questa mattina la sconfitta del Pd e della sua coalizione a margine di un’iniziativa in Salaborsa a Bologna.
“Purtroppo non è cambiato niente dal 2018 a oggi- segnala Santori, paragonando i risultati elettorali delle ultime politiche- vuol dire che in questi cinque anni, invece che praticare la ricostruzione, si è praticato il governismo e l’immobilismo nel Pd. E questo è stato dimostrato dalla sconfitta”. Una batosta che “in qualche modo era telefonata- ammette Santori- perché che i risultati non fossero buoni era scontato. Però ci sono anche dati molto allarmanti, come la sconfitta in collegi uninominali considerati sicuri e come la risalita dei 5 stelle, il che significa che qualcuno ha preferito rivolgersi a un altro tipo di realtà politica”.
Ma secondo l’ex sardina, il Pd “alla fine ha pagato anche alcune scelte”, ad esempio “nel momento in cui viene eletto Pierferdinando Casini e non Aboubakar Soumahoro”.
Se cioè viene eletto “l’ultrasessantenne bianco, uomo delle istituzioni da 39 anni e rappresentante di un certo modo di fare politica- sferza Santori- mentre rimane fuori il sindacalista, italiano di nuova generazione che lotta per gli ultimi, allora bisogna fare una riflessione”.
In altre parole, insiste il consigliere dem, “c’è sicuramente qualcosa che è sfuggito nell’analisi di Letta e del partito. Si aggiunga che le Agorà, a cui ci si è attaccati per un anno e mezzo, evidentemente non hanno pagato come si sperava”, rimarca infine Santori.
(San/ Dire)