Maltempo, grandine devasta le vigne di vermentino
Circa l’80% dell’uva prodotta nel territorio di Berchidda, settimo comune sardo per superficie vitata con oltre 500 ettari coltivati, è andata perduta a causa della forte grandinata che il 28 agosto si è abbattuta per circa quaranta minuti nelle campagne del sassarese. È il bilancio di Coldiretti Nord Sardegna che in questi giorni ha verificato le perdite attraverso i propri soci.
Una grandinata, non la prima di questa fine estate, che ha devastato uno dei territori più vocati del Comune, le zona di Cannareddu, Su Sueredu, Malchittia e su Crabileddu, dove si produce vermentino.
“Per fortuna l’uva che si è salvata è di ottima qualità e ci sta regalando un ottimo vino, peccato sia in quantità ridotte- spiega Aldo Aini, della tenuta Aini di Berchidda-. In quaranta minuti la grandinata ci ha lasciato solo un terzo del raccolto, che si preannunciava fino a qual momento ottimo anche nelle quantità”. Il territorio di Berchidda, e le stesse tenute Aini, erano state interessate anche dalla grandinata del 13 agosto scorso. Evento che aveva interessato un territorio molto più vasto e che aveva scatenato chicchi enormi, delle dimensioni di un sasso, durando però pochi minuti. “In quel caso è stata colpita un’altra nostra vigna, vicino a Monti, con perdite del 20-25% dell’uva”, sottolinea Aini.
Gli eventi calamitosi straordinari “stanno diventando purtroppo ‘ordinari’ a causa dei cambiamenti climatici– il commento del presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu-. Ma le perdite rimangono sempre pesanti, e sono ormai insostenibili. È davvero difficile per qualsiasi impresa sopportare perdite così importanti, tra l’altro a poche ore dal traguardo, con i viticoltori che si sono visti praticamente sottrarre dalle mani i due terzi dell’uva ormai pronta alla vinificazione”.
I cambiamenti climatici, prosegue Cualbu, “stanno mettendo in discussione le colture tradizionali e comunque richiedono una seria ed approfondita riflessione perché ormai sono una realtà con la quale dobbiamo fare i conti. In aggiunta questo sistema guidato da una burocrazia elefantiaca, nemica delle imprese, sta divenendo una calamità per le aziende, un labirinto inestricabile”. I ristori delle diverse calamità degli ultimi anni sono tutti in forte ritardo, denuncia Cualbu, “e stanno creando solo false illusioni negli agricoltori e allevatori che hanno subito ingenti perdite. Ci sono centinaia di aziende che aspettano ancora quelli della siccità del 2017”.
(Dire)