Meloni premier, Renzi: “La destra italiana non è fascista”
“La destra italiana non è fascista. Va respinta questa narrazione, non c’è alcun rischio democratico nel nostro Paese. Ieri l’ho detto alla CNN e lo dico a tutti i numerosi interlocutori internazionali che incontro anche qui: non c’è alcun rischio per la democrazia con Meloni premier. E lo dice chi si sta attrezzando per fare opposizione, dura ma civile”. Lo scrive il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sua enews. “Con la destra al massimo rischiamo il portafogli, perché io li ritengo incapaci di governare (e spero di essere smentito)“.
NON VOTIAMO FIDUCIA A MELONI MA DISPONIBILI SU RIFORME
“Meloni premier avrà la nostra opposizione. Voteremo contro la fiducia, presenteremo i nostri emendamenti. E, se chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole“.
“Ho ricevuto tra ieri e oggi già quasi 700 inviti/email soprattutto di giovanissimi che mi chiedono di far cadere il governo: ragazzi, capisco che è diventata la mia specialità, ma prima di buttare giù il Governo bisogna che almeno lo facciano”.
ELEZIONI. RENZI: MELONI HA VINTO, DEVE RINGRAZIARE LETTA
“Meloni ha vinto. Deve ringraziare i suoi elettori, la sua tenacia, la sua coalizione e soprattutto Enrico Letta, sul cui disastro non insisto. Dico solo che – se Letta non avesse scientificamente sbagliato tutto negli ultimi due mesi – oggi Meloni non avrebbe la maggioranza assoluta. Se Letta non si fosse impegnato così tanto, oggi la Meloni non avrebbe i numeri assoluti”.
CI HANNO SEPPELLITO PIÙ VOLTE, NON SAPEVANO CHE SIAMO SEMI
“Gli stessi che hanno detto per anni che non sarei mai più tornato in Parlamento, che non avremmo fatto il 3%, che nei sondaggi eravamo morti, dopo aver rivisto rientrare in Parlamento trenta persone con l’8%, fanno finta di nulla e dicono che avremmo dovuto fare il 10%. Sono o non sono meravigliosamente simpatici? Un abbraccio a chi ci ha considerato tante volte finiti: ci hanno seppellito più volte, non sapevano che siamo semi”.
(Dire)