“Il padre della Meloni un criminale condannato”: bufera su Rula Jebreal
Scoppia la polemica dopo alcuni tweet di Rula Jebreal su Giorgia Meloni: la giornalista di origini palestinesi rilancia sul proprio account la notizia della condanna del padre della vincitrice delle elezioni politiche, avvenuta nel 1995 in Spagna per narcotraffico (nove anni di reclusione).
Jebreal critica la leader di Fratelli d’Italia, che “non è colpevole dei crimini commessi da suo padre, ma spesso sfrutta i reati commessi da alcuni stranieri, per criminalizzare tutti gli immigrati, descrivendoli minaccia alla sicurezza. In una democrazia ci sono responsabilità individuali, NON colpe/punizioni collettive”.
LA CONDANNA AL PADRE DI MELONI
In un altro tweet, poi, la giornalista ricorda il video dello stupro di Piacenza condiviso da Meloni sui suoi canali social e scrive che con questo atto “implicherebbe che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono rimpiazzare i cristiani bianchi. Ma ironicamente, il padre di Meloni era un noto narcotrafficante condannato al carcere in Spagna“.
I RAPPORTI TRA MELONI E IL PADRE
È bene ricordare che tra la presidente di FdI e il padre Francesco, ormai morto, i rapporti si erano interrotti da molti anni: il signor Meloni abbandonò infatti la piccola Giorgia, la sorella Arianna e la madre Anna, e all’età di 11 anni la futura premier in pectore tagliò i ponti definitivamente con lui.
FDI ALL’ATTACCO DI RULA JEBREAL
Tra i primi a criticare Rula Jebreal c’è Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di FdI nonché cognato di Giorgia Meloni: “Le affermazioni diffuse via social dalla signora, anche se è difficile definirla tale, Rula Jebreal, sono vergognose e farneticanti. Per attaccare Giorgia Meloni utilizza la storia personale del padre che la abbandonò quando aveva un anno di età e che Giorgia Meloni stessa ha raccontato di aver escluso dalla sua esistenza durante l’infanzia. Di quell’uomo fu vittima e oggi lo è anche di una giornalista senza scrupoli né alcun limite etico – aggiunge Lollobrigida -, che pur di aggredirla è pronta a sfruttare una vicenda dolorosa rispetto alla quale Giorgia Meloni non solo è estranea, ma ne è rimasta danneggiata sotto ogni aspetto”.
Inoltre, per l’esponente meloniano, la presidente di FdI non avrebbe mai pronunciato le parole che Jebreal le attribuisce: “La seconda questione appare ancora più grave sul piano deontologico per una persona che si definisce giornalista e opinionista televisiva, e cioè l’attribuzione di gravissime affermazioni e posizioni politiche che in realtà Giorgia Meloni mai ha pronunciato né pensato. È evidente che il risultato elettorale ha obnubilato le menti di molti, spingendoli a prendere posizioni ingiustificabili”, conclude Lollobrigida.
Ma a esprimere solidarietà a Meloni sono tantissimi esponenti di FdI: da Fabio Rampelli (“vergognoso e osceno lancio di fango”) a Isabella Rauti (“dileggio unito alla diffamazione”), passando per Daniela Santanchè, che invoca procedimenti giudiziari e chiede all’Ordine dei giornalisti di prendere provvedimenti contro Jebreal.
ANCHE CALENDA CONTRO RULA JEBREAL: “UNA BASSEZZA”
E a prendere posizione è anche il leader del Terzo polo Carlo Calenda, che su Twitter bacchetta la giornalista italo-israeliana: “Rula, questa è una bassezza. Non si fa politica così e tanto meno giornalismo. Quello che ha fatto il padre della Meloni non c’entra nulla con lei. Cancella questo tweet che tra l’altro ha l’unico effetto di portare ancora più gente a sostenere FdI”, è l’invito del leader di Azione.
CONTE: “FANGO SU MELONI IN MANIERA SUBDOLA”
“Questo è fango su Giorgia Meloni. Io Meloni e Fratelli d’Italia con il M5S li combatto in tutte le sedi, ma sul piano politico”. Lo scrive su Facebook Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle. “Non si possono però addebitare in maniera subdola a una figlia – che dal genitore è stata abbandonata, senza avere più rapporti – i reati e gli errori del padre. È inoltre intollerabile mettere etichette su chi viene da situazioni difficili e cerca la propria strada e il riscatto lontano da quel contesto – aggiunge il leader pentastellato -. È una lezione che anche la politica, compresa quella portata avanti da Giorgia Meloni contro chi è in difficoltà e non ha nulla, deve imparare”.
(Dire)