Aversa. Falso in bilancio, Santulli e D’Angelo rincarano la dose
Attraverso una interrogazione, i consiglieri comunali Paolo Santulli ed Elena D’Angelo rincarano la dose.
Ecco il testo in sintesi:
“Oggi parliamo di un’altra magia del facente funzione all’area finanziaria, dr. Accardo e dell’assessore al bilancio, dr. Sagliocco che riguarda la svalutazione dei proventi dei canoni di depurazione.
Questa storia che è stata posta all’evidenza del Sindaco, dell’Assessore, dei Revisori dei Conti, della Procura della Corte dei Conti e della Procura di Napoli Nord, nasconderebbe la mimetizzazione consapevole del bilancio nel tentativo di occultare l’effettiva consistenza del disavanzo di amministrazione del Rendiconto 2019.
La questione prende il via In data 18.12.2019, con l’ex Assessore al Bilancio, dr. Carpentiero, che inviava alla facente funzione, dr. Accardo, e al Collegio dei Revisori, una nota avente protocollo n. 42408 in cui, nell’esame delle criticità relative al riaccertamentodei residui attivi relativi ai canoni idrici, sosteneva che anche i proventi da depurazione dovessero essere soggetti a svalutazione e, pertanto, dovessero essere inseriti nelle voci che componevano il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità.
All’epoca i residui attivi del servizio acquedotto erano pari a € 20.783.666,44 di cui € 11.276.125,75 per canoni idrici e € 9.357.359,99 per proventi da depurazione.
Dal rendiconto del 2018 si evince che solo i canoni idrici erano svalutati per un importo di € 5.973.732,99. Nessuna svalutazione era operata per i proventi da depurazione.
In data 14.01.2020 con nota avente protocollo n. 1565 la facente funzione, dr. Accardo, e il Collegio dei Revisori rispondevano che i proventi da depurazione non erano oggetto di svalutazione perché incassati per conto di un altro Ente.
Non si capisce perché allora i € 9.357.359,99, non svalutati, siano stati inseriti nei residui attivi – cioè nei crediti del Comune – invece di stornarli nelle partite di giro.
Nel Rendiconto del 2019 predisposto dalla facente funzione, dr.Accardo, e dall’assessore Sagliocco, ecco la la magata: i proventi dei canoni idrici sono inseriti nel Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità e sottoposti a svalutazione.
Quindi, la tesi sostenuta dall’ex assessore Carpentiero secondo cui il Comune di Aversa quale Gestore del Servizio Idrico Integrato era tenuto alla svalutazione anche dei crediti da depurazione era giusta…… !
Con questo atto la facente funzione, dr. Accardo, ha smentitoquanto da lei e dal Collegio dei Revisori sostenuto nella nota del 14.01.2020 secondo cui tale svalutazione non era da farsi.
Nel Rendiconto del 2019 i proventi da depurazione magicamente da € 9.357.359,99 scendono ad € 7.667.174,89 senza alcuna Determina Dirigenziale in cui tale scelta fosse motivata.
Trattandosi di un credito da incassare, spiegano Santulli e D’Angelo, per poi versarlo alla Regione Campania, la differenza di € 1.690.185,10 sono stati versati alla Regione Campania?
E se invece sono stati cassati perché inesigibili, allora il debito di € 1.690.185,10 è un ulteriore danno erariale che pesa sulle casse dell’Ente e sulle spalle dei cittadini…..!
E si è provveduto alla segnalazione di tutto ciò alla Procura della Corte dei Conti ?
Ma i miracoli non finiscono qui, ci sono trucchi ancora più eclatanti.
Per incanto, mentre i residui attivi relativi ai canoni idrici sono svalutati di circa il 90%, i proventi da depurazione sono svalutati di circa il 20%, nonostante la percentuale di riscossione del quinquennio precedente sia la medesima.
Come mai ? Il motivo, dicono, è semplice:
se si fosse proceduto a svalutare anche i proventi da depurazione nella stessa percentuale dei canoni idrici il disavanzo sarebbe stato non più di circa € 19.000.000 ma circa di 26.000.000, a cui vaaggiunto il debito con la Provincia mai inserito nei conti dell’Ente di circa € 3.187.348,58.
Solo ad un esame superficiale senza tener conto di altre criticità quale l’uso spregiudicato dei fondi vincolati.
Quindi, concludono, “ la facente funzione e l’assessore – fortemente volute ed imposte dal Sindaco – hanno consapevolmente mimetizzato i conti dell’Ente attraverso un arbitrario inserimento e/o mancato inserimento di debiti, non riaccertando i residui attivi, svalutando i crediti secondo criteri soggettivi, solo per far quadrare ciò che sarebbe stato impossibile far quadrare “.