Circo con animali, è ancora etico andarci?
“Sfruttare gli animali per il circo vuol dire costringerli a eseguire ordini e a vivere una vita indegna. Nessun bisogno animale può essere soddisfatto in una gabbia o mentre viene trasportato per uno spettacolo viaggiante”. A parlare è Gianluca Felicetti, presidente di Lav, associazione nata nel 1977 per salvaguardare la vita e i diritti degli animali.
E sui diritti degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti, Felicetti non ha dubbi: “Quello che accade nei circhi, al di là delle differenti metodologie di addestramento, è violenza sugli animali. Si nega a un animale, sia a quello catturato che a quello nato in cattività, il diritto di soddisfare i propri bisogni primari”, ha detto in un’intervista alla Dire.
IL 77% DEGLI ITALIANI VORREBBE VIETARE GLI ANIMALI AL CIRCO
Una posizione, quella di Felicetti, che sembra essere condivisa anche dalla maggior parte della popolazione se è vero, come si evince da un sondaggio somministrato dall’Eurogroup for Animals a Savanta ComRes, che il 77% della popolazione italiana e il 69% di quella europea è a favore del divieto all’uso degli animali nei circhi.
IN ITALIA CI SONO ANCORA 2.000 ANIMALI NEI CIRCHI
In Italia a oggi, ci sono ancora quasi 2.000 animali nei circhi, distribuiti nelle circa 100 strutture registrate, ma i numeri, ha fatto notare il presidente di Lav, non sono certi perché “questa materia, allocata presso il Ministero della Cultura, non ha mai avuto un censimento che potesse dare a tutti gli operatori informazioni chiare”.
Inoltre, al di là del reato di maltrattamento sugli animali, applicabile anche al circo, e di normative relative al trattamento di animali “pericolosi”, in Italia “non c’è nessuna legge specifica sull’utilizzo degli animali nei circhi”.
TRA ETICA E LEGGI
Ma questa situazione è destinata a cambiare, anzi Gianluca Felicetti è certo che il terreno verso lo stop definitivo all’utilizzo di animali negli spettacoli circensi sia ormai segnato: “Non solo perché le sensibilità cambiano e oggi si assiste a un sostanziale disamore degli italiani verso questo genere di intrattenimento e a un calo fragoroso di pubblico, ma anche perché- ha proseguito Felicetti- la normativa si sta definendo”.
Risale infatti allo scorso febbraio l’integrazione dell’art. 9 della Costituzione, che da allora prevede anche la tutela dell’“ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Inoltre, nel luglio 2022, è stata approvata una legge delega “che demanda al nuovo Governo di emanare entro nove mesi una legge che fissi le tappe del ‘superamento dell’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti’”, ha spiegato Felicetti. Mentre è di pochi giorni fa (27 settembre), l’approvazione di una seconda legge delega “che prevede lo stop alla riproduzione e acquisizione di tutti gli animali ‘pericolosi’”.
A occuparsi di queste questioni saranno i ministri per la Cultura e per la Transizione ecologica del prossimo Governo.
Intanto, Felicetti è convinto che cambiamenti in direzione di maggiore rispetto degli animali gioveranno anche al circo: “Credo che questa sarà l’occasione per il circo di vivere un rilancio basato sull’unanime accettazione dei numeri degli esseri umani”, ha concluso.
(Dire)