Fallimento Qui!Group, è una piccola Parmalat

Tra le 31 persone indagate per il maxi fallimento della Qui!Group, il colosso dei buoni pasto, ci sono anche i sindaci delle società collegate a Gregorio Fogliani e i revisori dei conti di società esterne al gruppo che hanno chiuso un occhio nonostante sapessero da anni della situazione catastrofica dei conti.

E’ quanto emerge dalla chiusura delle indagini che in queste ore verrà notificata al patron della Qui!Gruop e agli altri indagati.

“Si tratta di una piccola Parmalat – ha spiegato il procuratore Francesco Pinto che ha coordinato le indagini della guardia di finanza insieme alla collega Patrizia Petruzziello – è uno dei più grandi crack di Italia”.

Sono 12 le società fallite della galassia. I reati contestati sono bancarotta, falso, riciclaggio, autoriciclaggio e anche estorsione aggravata perché una task force apposita costringeva i creditori con modalità intimidatorie a continuare ad accettare i buoni pasto e a sottoscrivere contratti più onerosi per sperare di ottenere qualche pagamento.

Contestata anche la truffa allo stato perché Qui!Group aveva ottenuto un contratto con la Consip per fornire buoni pasto ai dipendenti pubblici del Nord Italia, presentando bilanci falsi, ma anche nei confronti del fondo Usa Kkr che avrebbe investito 50 milioni nella società sulla base di bilanci falsi.

Nel corso delle indagini è anche emerso che Fogliani e la sua cerchia avevano cercato di costituire una nuova società in Brasile trasferendo sette milioni e mezzo. Le indagini erano partite dopo il fallimento chiesto e ottenuto dalla procura che aveva messo insieme una serie di decreti ingiuntivi dei creditori fino a risalire al maxi crack.

(ANSA)

Redazione

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