Pastori sardi sul piede di guerra
A tre anni dalla protesta del latte, pastori sardi sul piede di guerra e pronti a marciare su Cagliari per urlare le difficoltà di un settore allo stremo per i rincari energetici, a cui si aggiunge l’inerzia di una classe politica- denunciano- non all’altezza.
È stata unanime la decisione dell’assemblea generale convocata oggi a Tramatza -hanno risposto all’appello circa mille pastori giunti da tutta l’isola- che ha votato per convocare una grande manifestazione il prossimo 20 ottobre nel capoluogo sardo, e per chiedere le dimissioni immediate dell’assessora regione all’Agricoltura, Gabriella Murgia.
“Stiamo perdendo una marea di soldi dalla nuova Pac, circa il 50% in meno di premi europei, e le responsabilità sono in capo alla Regione- spiega alla ‘Dire’ uno dei portavoce dei pastori, Gianuario Falchi-. Oggi abbiamo portato i dati in assemblea, e molta gente che prima non sapeva, ora ha capito cosa sta succedendo: Murgia, mi ricordo bene, era tornata dai tavoli europei annunciando vittoria, invece ha perso 115 milioni di euro, senza accorgersene. L’assessorato all’Agricoltura è completamente assente”.
Come si fa “a tenere le aziende aperte? È impossibile- prosegue Falchi-. Con la metà dei premi comunitari e i rincari, come potremo comprare i mangimi o attaccare le mungitrici? Oggi abbiamo portato le bollette in assemblea, sono triplicate: una sala mungitura che pagava in media 800 euro, ora ne paga 2.200″. La situazione, avverte Falchi, “è davvero preoccupante. I prezzi dei concimi sono alle stelle, il gasolio agricolo è passato a 1,54 euro. In tutto questo, ricordo, il prezzo del latte o degli agnelli è rimasto invariato. Come si fa a continuare così?”.
(Dire)