A San Cipriano il rito del piatto ne’ ‘A ‘Ncenziata

Il comune di San Cipriano Picentino è noto per festeggiare l’autunno e il raccolto della regina del bosco, la castagna, con una grande sagra, giunta alla sua XLIII edizione.

Quest’anno l’abituale rappresentazione dell’ “‘A ‘Ncenziata”, attesissimo evento clou di questa kermesse, è stata affidata a ScenaTeatro, di Antonello De Rosa e Pasquale Petrosino, i quali per il cartellone de’ “’A Chiena”- Intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020 . Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed eno-gastronomico di portata nazionale e internazionale -, firmato da Antonello Mercurio, interpreteranno il testo redatto da Gennaro Saviello e Maurizio Mele.

LA TRAMA

‘A ‘Ncenziata è la ‘cerimonia del piatto’, l’antico rito dell’accoglienza nuziale sopravvissuto nei secoli e praticato a San Cipriano fino agli anni inizi degli anni ’90 del secolo scorso. Si tratta di un rito che affonda le radici nell’epoca greca e romana, cantato da Jacopo Sannazzaro nelle sue egloghe e trascritto da Benedetto Croce durante il suo soggiorno nel nostro paese. Questa pratica nuziale picentina è stata oggetto di studio storico, filologico ed antropologico, che ha portato tra l’altro alla drammatizzazione del rito. In occasione delle nozze, già in epoca romana, gli sposi perfezionavano la loro unione con questo rito propiziatorio, finalizzato a garantire felicità e prosperità alla coabitazione dei giovani sposi. La sposa, in particolare, veniva accolta nella nuova famiglia all’ingresso dell’abitazione. Per l’occasione si bruciavano essenze profumate, incenso, e venivano donati alla nupta novella, come scrive Sannazaro, i due elementi che simboleggiavano anche il diritto della cittadinanza: l’acqua e il fuoco. Nel 1883 Benedetto Croce trascrisse questa pratica che, nel tempo aveva mutato forma, ma non i simboli.

Ad accogliere la sposa sull’uscio della casa è la suocera che, con un piatto tra le mani, trasformato in braciere, nel quale vi arde del carbone e dell’incenso, compie, gesti antichi e recita una frase propiziatoria: per ciò della ‘ncziata, ossia l’atto di incensare è espressione di onore e di e di riconoscimento di una qualche particolare forma di presenza di Dio in chi o in quello che si incensa, in un momento di grande gioia. 

La rievocazione è stata affidata all’Accademia ScenaTeatro di Antonello De Rosa, il quale ha scelto quale assoluta protagonista l’attrice Nadia Rinaldi che interpreterà il testo, supportata da Margherita Rago, Antonella Valitutti, Davide Raimondo e Annarita Villacaro. Gli allievi dell’Accademia, a coronamento di un workshop tenuto nei giorni precedenti dall’attrice romana, si ritroveranno a recitare interpretando la comunità sanciprianese, calata negli anni ’50 del secolo breve, occupando i balconi che si affacciano su piazza Umberto. Tre i momenti: assisteremo all’evocazione del racconto di Benedetto Croce vissuto per pochi mesi a San Cipriano Picentino, quello relativo al matrimonio dei genitori di Jacopo Sannazaro, anch’egli vissuto per pochi mesi nel nostro borgo e impreziosita dalla citazione del matrimonio di Ippolita e Teseo dal Midsummer night’s dream di William Shakespeare, sullo scalone monumentale dell’antica Piazza Maggiore di San Cipriano.

INFO

La rappresentazione si terrà sabato 29 e domenica 30 ottobre alle ore 20,30 in Piazza Umberto I a San Cipriano Picentino (SA) in Piazza Umberto I | (INGRESSO LIBERO Info.: 089/ 8628001)

Redazione

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