(VIDEO) La centrale a carbone di Civitavecchia non sarà convertita a gas

La centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia non sarà convertita a gas. Lo scorso 25 maggio, come scrive la Staffetta Quotidiana, storica testata del settore energia, Enel ha chiesto l’archiviazione della procedura di Via per il progetto di conversione a gas della centrale. Il primo agosto il ministero della Transizione ecologica ha poi archiviato la pratica per l’autorizzazione.

Il 20 settembre è arrivata anche l’archiviazione della Via- Valutazione di impatto ambientale da parte della Regione Lazio, spiega ancora la Staffetta Quotidiana. Così risulta dalla delibera pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio N. 83 Ordinario D.lgs. n.152/2006 relativa al progetto di ‘Sostituzione delle unità a carbone esistenti con nuova unità a gas presso la centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia (RM)’.

“È dunque ufficiale la rinuncia dell’Enel a nuovi impianti a gas- spiega la Staffetta Quotidiana- dopo la decisione di non partecipare con il progetto alle aste del capacity market e dopo lo stop della Regione Lazio decretato nell’estate del 2021 su spinta del M5S”. A questo punto, mentre l’impianto a carbone continua la sua produzione nel difficile periodo di crisi del gas che Europa e Italia stanno affrontando in seguito alla crisi ucraina, si riapre la partita sul futuro della centrale di Civitavecchia. Da questo punto di vista anche Enel si è detta aperta a soluzioni alternative.

“Gioiamo alla notizia della rinuncia alla riconversione a gas da parte di Enel della centrale principalmente per due motivi, uno ambientale e uno sociale”, dichiara il portavoce nazionale di Fridays For Future Mathias Mancin.

Una centrale a gas avrebbe continuato a inquinare, difatti le sue emissioni sono molto più surriscaldanti”, inoltre, valuta Mancin, “dal punto di vista sociale la riconversione presentata da Enel avrebbe portato licenziamenti di massa con la ricollocazione di dipendenti di Civitavecchia in altre strutture e centrali italiane“.

La notizia della rinuncia alla conversione a gas, quindi, “ci permette di gioire- prosegue il portavoce nazionale di Fridays For Future- perché si dovrebbe fermare un ciclo che dura da 70 anni, lasciando la possibilità di puntare su progetti alternativi che sono già sui tavoli del MiTE, ad esempio l’eolico offshore, una piattaforma di pale eoliche in mare aperto, senza inquinamento visivo e ambientale”. Un progetto, questo, “che porterebbe a una ridisposizione del territorio nella filiera industriale per la manutenzione delle pale eoliche” con positive ricadute occupazionali, conclude Mancin, un “passaggio importante anche per noi movimenti cittadini ambientalisti, perché non ci siamo mai fermati da quando esiste la centrale a carbone”.

La notizia è straordinariamente importante perché ufficializza un percorso fatto dal territorio per anni, rispetto ad una riconversione buona e virtuosa. Questo decreto di archiviazione della centrale a gas ci indica una strada precisa e non più procastinabile: quella della riconversione ecologica e dell’investimento nelle energie rinnovabili. Candidiamo il territorio a essere capofila di tutto il Centro Italia ma anche di tutto il Paese rispetto alla filiera delle rinnovabile e al buon lavoro che potrebbero creare”, dichiara Ismaele De Crescenzo, attivista di Civitavecchia Bene Comune, in un’intervista all’agenzia Dire dopo l’archiviazione della procedura di Via per la conversione a gas della centrale a carbone di Torrevaldaliga nord, a Civitavecchia.

È evidente il pericolo che corriamo in questa fase– segnala De Crescenzo- siamo coscienti del fatto che pagheremo un prezzo nei prossimi tre anni, perché la centrale Enel a carbone ora è a massimo regime. Vediamo ogni giorno le navi carboniere, vediamo ogni giorno quali sono i livelli di emissione e siamo consapevoli che dovremmo fare questo sacrificio fino al 2025. Pertanto bisogna sottolineare con grande fermezza che non siamo disposti a derogare alla data del 2025″.

Quindi “nel 2025 dovrà essere fermata la centrale“, ribadisce l’attivista di Civitavecchia Bene Comune che rappresenta l’insieme dei comitati e associazioni ambientaliste del territorio. “Torre nord non dovrà più funzionare con combustibili fossili– conclude De Crescenzo- Nel frattempo i progetti alternativi per quella data saranno pienamente operativi. Da quel momento la città potrà ragionare seriamente al suo sviluppo alternativo, quello tanto sognato dal popolo inquinato di Civitavecchia”.

Dopo lo stop alla conversione a gas della centrale a carbone di Torrevaldaliga nord, a Civitavecchia, “sicuramente una buona notizia, la preoccupazione principale dei movimenti cittadini ambientalisti ora è che la data della decarbonizzazione resti al 2025 anche nella nuova legislatura“, dichiara all’agenzia Dire il portavoce nazionale di Fridays For Future, Mathias Mancin.

Un’altra criticità rimane chiaramente dal punto di vista sanitario rispetto a quello che stiamo vivendo e respirando oggi, con la centrale a massimo regime– spiega Mancin- Si parla tanto di inquinamento atmosferico ma non si parla mai di inquinamento di prossimità, ovvero di tutte le cittadinanze che vivono continuamente gli effetti delle emissioni di CO2, ad oggi davvero importanti”. Attualmente l’impianto “produce circa 1.980 MegaWatt di energia, è una delle centrali più inquinanti d’Italia e non a caso nel 2020 si è posizionate prima per emissioni di gas serra nel Lazio”, dice il portavoce di FFF.

Ciò detto, “per la decarbonizzazione abbiamo una data fissa e precisa ma non è detto che rimanga quella. Eserciteremo un pressing affinché la chiusura della centrale a carbone sia il 2025”, conclude Mancin, e “richiederemo la possibilità di avere dati sui tassi di inquinamento aggiornati, sugli effetti e sulle ricadute della centrale, visto che i più recenti risalgono al 2018”.

(Dire)

Redazione

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