(VIDEO) Mahmood si racconta in un doc

La voce, la musica come fuga dalla realtà, un padre che non c’è stato e una mamma che lo supporta da sempre. E ancora, i pranzi in pineta con la famiglia, le seadas (un piatto tipico sardo), gli amici, le testimonianze di Blanco, Carmen Consoli e Dardust, i filmini di quando era piccolo, il ragazzo dietro il cantante, i provini, i saggi di canto, le porte in faccia e il suo più grande sogno: cantare.

Senza quelle crepe che fanno parte del suo vissuto, forse, non sarebbe arrivato dove è ora. Mahmood non è solo un bravo interprete, ma quando la sua china tocca il foglio bianco le emozioni vengono fuori, incontenibili, sincere e, spesso, dolorose. Soprattutto quando si parla del padre. Non ha bisogno di presentazioni, ma quello che molti non sanno è chi è Mahmood lontano dai riflettori.

OGGI LA PRESENTAZIONE DI MAHMOOD

Alessandro, questo il suo vero nome, si racconta nel docu-film ‘Mahmood’ di Giorgio Testi, presentato oggi in anteprima ad Alice nelle Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema. “Grazie a questo film (il 17, 18, 19 ottobre al cinema con Nexo Digital e prossimamente su Prime Video, ndr) ho potuto spiegare lati del mio carattere che a volte con la musica non si possono capire. Ammetto che faccio fatica a rivedermi sullo schermo. Mi sto abituando a riguardarmi. È un po’ come succede con le note vocali, non vogliamo mai riascoltarci”, ha raccontato l’artista – accompagnato dalla mamma Anna Frau – nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica gremita di studenti e docenti.

“Quando andavo a scuola non ci portavano mai a vedere queste cose così fighe”, ha detto con ironia Mahmood, che ha esortato i ragazzi a studiare: “All’inizio cantavo male, lo studio è utile a capire dove indirizzarti. Inizialmente pensavo di cantare bene, ma in realtà emuli i cantanti che ti piacciono sforzando la gola. Lo studio è un grande aiuto sempre e in ogni caso. Bisogna farsi il c**o”. Questo film “non è un premio alla carriera. Per me è stato una terapia”.

Nel doc si parla anche del padre, che è andato via da casa quando Mahmood era piccolo e che viene raccontato nella canzone ‘Soldi’, con cui ha vinto il Festival di Sanremo 2019. “Quando decidi di fare un film sulla tua vita e sul tuo percorso bisogna essere sinceri e raccontare cose che non vorresti e argomenti scomodi. L’apice della mia carriera è partito da ‘Soldi’. Serve a me raccontare quello che ho vissuto, a volte anche per non pensare cerco di offuscare dei ricordi del passato. Questo documentario è stato terapeutico, mi ha aiutato a mettere dei puntini. Qui c’è il vero me- ha proseguito l’artista- non volevo fare una roba pomposa, mi sento ancora all’inizio della mia carriera”. Il cantante di ‘Brividi’ ha poi concluso: “Non so se continuerò nel cinema, non so se sono portato a fare l’attore”. ‘Mahmood’ è diretto da Giorgio Testi, scritto da Virginia W. Ricci e prodotto da Red Carpet, società del Gruppo ILBE, in collaborazione con Tulipani Management e Prime Video.

(Dire)

Redazione

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