COA di Nola: verso il voto?

“Qual è la data di scadenza di un mandato di un Consiglio dell’Ordine eletto nel gennaio 2020 – premesso che il precedente Consiglio eletto a giugno 2019 – è decaduto per dimissioni ed è stato commissariato dal settembre 2019 al gennaio 2020”. Questa è la richiesta avanzata dal COA di Pesaro al CNF, per il quale non vi sono dubbi che tengano e deve esservi una scadenza del mandato di un consiglio dell’ordine a seguito di commissariamento.

La decisione, che non riguarda di certo solo Pesaro, ma tutti i COA, sta creando non poche fibrillazioni tra i membri della maggioranza del Coa di Nola, al quale, essendo stato protagonista di una situazione simile,  l’idea di nuove elezioni sembra non piacere affatto.

A far leva sulla questione è il consigliere di opposizione, l’avvocato Luigi Manzi, per il quale, invece, ritornare al voto sarebbe un atto più che doveroso. “Ho approfondito la questione – ha dichiarato- partendo dalla lettura dei lavori parlamentari alla legge 113 (c.d. Falanga), i lavori della Commissione al Senato dai quali si evince la necessità manifesta di valutare l’allineamento delle elezioni, ed oggi non rispettando il parere verremo meno anche all’allineamento. È necessario che venga dato un esempio all’esterno, non dobbiamo fare brutte figure. Quello di Pesaro è lo stesso caso nostro. Ho avuto modo di parlare di persona con l’ex Commissario del nostro Coa che concordava con la necessità di indire nuove elezioni”.

“È opportuno dare chiarezza e risposte alla classe – continua il professionista -, anche perché il dato letterale del parere è chiarissimo. Non credo sia bello rivolgersi alla magistratura per farci offrire un’interpretazione del parere, sconfessando così anche il CNF, il nostro massimo organo. Abbiamo il dovere di rispettare il parere del nostro massimo organo di governo, non dobbiamo essere attaccati alla poltrona. Dobbiamo dare per primi l’esempio di chiarezza e correttezza,  considerando inoltre che il Presidente del CNF è nostro iscritto. Chiedo, pertanto, a norma dell’ art. 27 della legge professionale e del parere del CNF che vengano indette le elezioni”.

Il consigliere Manzi rappresenta, in questo frangente più che mai, l’eccezione che conferma la regola dalla quale prendere esempio, lo si evince dal fatto che a differenza di molti non abbia paura di lasciare la poltrona e consideri il ritorno al voto l’unico modo per tenere fede al principio di democraticità che deve caratterizzare il COA.

Il suo, infatti, è un appello volto proprio a sollecitare la maggioranza affinché non resti indifferente dinanzi alla decisione del CNF e abbia il coraggio di abbandonare le poltrone per lasciare spazio, all’ esempio, al rispetto verso il massimo organo di governo, tenendo, così, anche fede ai nobili principi che da sempre contraddistinguono la professione forense.

Per capire, però, se tale appello verrà accolto si dovrà attendere ancora un po’, perché nel Consiglio del 3 novembre, il Presidente, su specifica mozione del consigliere Manzi, ha procrastinato la decisione a prima di Natale.

“Quanto stabilito dal Presidente – conclude Manzi – lascia non poco amaro in bocca, perché così facendo si rischia di far venir meno la chiarezza e democraticità che dovrebbe, invece, vigere in situazioni come questa. Ben venga che si vada al voto, ma a patto che lo si faccia conferendo ai candidati il tempo di prepararsi al meglio per la competizione elettorale che li vede protagonisti.”

di Anna Adamo
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