Facebook, in Parlamento l’allarme esuberi

“La scelta dei vertici di Facebook di procedere al licenziamento di migliaia di dipendenti è una falce terribile sul mondo del lavoro. Dobbiamo capire adesso se ci sono e in che misura delle ripercussioni anche sui dipendenti della società in Italia”. A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro, che annuncia un’interrogazione parlamentare al ministero del Lavoro Marina Calderone in merito alle possibili ricadute italiane del piano di licenziamenti deciso da Mark Zuckerberg.

Per ora sono 22 i licenziamenti previsti nella sede italiana di Facebook a Milano, che ospita in tutto 130 dipendenti. A denunciarlo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. “Nei prossimi giorni incontreremo la dirigenza aziendale chiedendo il ritiro dei provvedimenti e, se le nostre richieste non troveranno risposta- sottolineano- valuteremo tutte le azioni utili da mettere in campo nel tentativo di ridurre al minimo le ricadute sulle persone coinvolte”.

A RISCHIO IL 17% DELLA FORZA LAVORO DELLA SEDE MILANESE

Le sigle spiegano come i tagli previsti rappresentino il 17% della forza lavoro nella sede della società di Zuckerberg, in rotta di collisione anche con l’Unione europea. L’azienda ha fatto sapere che il numero di 22 dipendenti è relativo al massimo delle persone potenzialmente da coinvolgere nei tagli. Ma le sigle non si fidano: “Questa ennesima crisi mostra la fragilità del modello economico che sottende a tali piattaforme digitali”, e “non è quindi accettabile che i costi o i mancati profitti pesino solamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori”.

(Dire)

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Redazione

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