Praticava prestiti con tasso al 430%: arrestato usuraio

Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Torino ha eseguito, all’esito di un’articolata indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, l’ordinanza applicativa di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un soggetto gravemente indiziato della commissione di reati di usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria, nonché il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto del reato, di circa 76.000 euro.

L’operazione, denominata “DOLCE INTERESSE”, è stata avviata dal 1° Nucleo Operativo Metropolitano Torino nel febbraio 2022 e le successive investigazioni, sviluppate attraverso attività di pedinamento, intercettazione e tracciamento delle posizioni mediante apparato GPS, hanno consentito di acquisire elementi indiziari circa fatti di usura perpetrati da un cittadino italiano nei confronti di alcune persone che versavano in gravi difficoltà economiche, acuite a seguito della crisi pandemica da COVID-19.

In tale contesto operativo, sono state eseguite alcune perquisizioni che hanno permesso di cautelare copiosa documentazione in formato cartaceo e digitale, n. 27 assegni dati a garanzia dagli usurati e denaro contante per complessivi € 140.920.

Nel corso dell’analisi della documentazione rinvenuta, sono stati individuati i nominativi di ulteriori persone coinvolte nel giro di usura le quali, dal 2018, avrebbero ricevuto prestiti a tassi usurai dalla persona indagata.

All’esito delle investigazioni, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, sono emerse evidenze probatorie circa plurimi e ripetuti fatti di usura che sarebbero stati commessi dall’indagato attraverso l’impiego di risorse finanziarie ottenute dall’esercizio, “in nero”, di un’attività di rivendita di prodotti dolciari, corrisposte, in prestito, a 11 persone tra le quali alcuni imprenditori, di cui lo stesso aveva contezza delle difficoltà economiche che li attanagliavano, con l’applicazione di tassi di interesse annuale che, in alcuni casi, hanno raggiunto il 430%.

Condividendo l’ipotesi accusatoria, il G.I.P. del Tribunale torinese ha ravvisato in capo all’indagato i gravi indizi di colpevolezza, nonché il pericolo di reiterazione delle condotte criminali, disponendo l’odierno provvedimento restrittivo della libertà personale e il sequestro delle somme costituenti il profitto del reato, fino alla concorrenza dell’importo di 76.926 euro.

Le investigazioni in rassegna rappresentano testimonianza tangibile del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, in ragione delle sue peculiari prerogative di polizia economico-finanziaria, in materia di prevenzione e contrasto all’usura, con particolare attenzione non soltanto all’accertamento delle responsabilità penali dei singoli soggetti, ma anche all’aggressione dei patrimoni illeciti accumulati.

Redazione

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