Il Sud dove lo metto? Due ministri in 20 giorni…

Il Sud dove lo metto? Nel governo a guida Meloni, il Mezzogiorno fa un lungo viaggio fino ad approdare in Europa, accorpato alle deleghe di Raffaele Fitto, titolare degli Affari europei. Ma il viaggio del Sud Italia era iniziato in Sicilia, nelle braccia accoglienti di Sebastiano Musumeci, già presidente della Regione Sicilia, non ricandidato per fare spazio a Renato Schifani, e dunque ricompensato del sacrificio con la delega per l’intero Mezzogiorno. Dalla Sicilia al Sud, una promozione. Di più: dalla Sicilia al Sud, al Mare.

“Buonasera a tutti, vi leggo la composizione del nuovo governo… al senatore Sebastiano Musumeci sarà conferito l’incarico di ministro delle politiche del Mare e per il Sud”, aveva detto al Quirinale la presidente Meloni, appena uscita dal colloquio col capo dello Stato. Per Musumeci era l’inizio di un’avventura… a ostacoli. Prima sulla delega per il Mare, reso burrascoso in men che non si dica dalle ambizioni di Matteo Salvini sui porti. Dopo un lungo tira e molla a mezzo stampa, il leghista si è imposto mantenendo il controllo della Guardia Costiera e delle autorità portuali. Privato in origine della Pesca, che è una delega che spetta alle Politiche agricole di Francesco Lollobrigida, il mare di Musumeci si era prosciugato al punto da mantenere un piccolo posto al sole, dall’acronimo ostico, peraltro: il Cipom, Comitato interministeriale per le politiche del mare. Poco male, avrà pensato il senatore siciliano. In fondo la sua delega poteva ben limitarsi al Sud. Magna quaestio, quella del Mezzogiorno d’Italia. Tanto più per un ministro meridionale: quale onore più grande? Ma anche questa si è rivelata una breve illusione.

“Oggi alla Camera si è verificato un fatto inaudito, almeno nella nostra democrazia”, si lamenta Mara Carfagna dopo aver letto le comunicazioni dei ministri a Montecitorio. Al Sud non c’è più Musumeci, che pure aveva giurato al Quirinale, ma Raffaele Fitto che Meloni aveva indicato al Colle come “ministro degli Affari europei, della Coesione e del Pnrr”. In sostanza, dopo aver perso il Mare, l’ex presidente della Regione Sicilia ha perso anche il Sud. Il ‘furto’ se così si può dire, è avvenuto a palazzo Chigi nell’ultimo consiglio dei ministri, quando la delega gli e’ stata tolta per assegnarla al collega che si occupa di Affari europei. Musumeci, questa volta, è stato ricompensato con una delega di peso, la Protezione civile, che era dormiente a Palazzo Chigi, nella disponibilità della presidenza del consiglio.

Chissà l’ex presidente della Sicilia come l’ha presa. Era stato lui, infatti, a rivendicare maggiore attenzione per il Mezzogiorno. Nella passata legislatura, quando M5s e Pd tentavano di fare un governo insieme, aveva tuonato. “Il Sud Italia continua ad essere vergognosamente il grande assente nel confronto politico. Il Mezzogiorno rimane, per alcune forze politiche, soltanto un grande contenitore di voti e gli elettori meridionali considerati come donatori di sangue fino all’anemia. Di quel sangue, proprio in questi giorni, si fa “mercato nero” nei palazzi romani. Si vuole condannare il Sud a vivere di assistenzialismo. E invece il Meridione dovrebbe essere una priorità nel programma di qualsiasi governo”. Era appunto quanto si proponeva di fare guidando il ministero del Mezzogiorno. Nei 19 giorni in cui è stato ministro lo aveva ribadito a chiare lettere. “L’impegno per il Sud è una priorità per il nostro progetto, non c’è sistema Italia senza un Sud sviluppato e competitivo”, diceva prima di essere sollevato da cotanta responsabilità. Per la cronaca, al ministero del Sud, nonostante i due ministri in un mese, non si segnalano iniziative degne di nota per il Sud.

(Dire)

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