Violenza di genere, intervista all’avvocato Sonia Napolitano

Ormai siamo abituati a sentir parlare di donne strappate alla vita dall’ uomo che diceva di amarle. Ciononostante, non ci si può non chiedere come sia possibile che, quello della violenza maschile sulle donne, sia un fenomeno che cresca a dismisura.

Ebbene si, che piaccia o no è questa la verità, ogni giorno due donne su tre sono vittime di violenza. Cosa non funziona? Le misure preventive messe in atto negli ultimi anni sono davvero così efficaci come si vuole far credere siano, o sarebbe opportuno rivederne qualche aspetto?

Sul tema è intervenuta l’avvocato Sonia Napolitano, consigliere dell’ Ordine degli Avvocati di Nola e Presidente dell’Associazione NAC.

Il numero di donne vittime di violenza è in aumento. Tra le misure messe in campo per contrastare tale fenomeno vi è il Codice Rosso, di cosa si tratta?
Gravi, purtroppo, sono i fatti di cronaca che vedono protagoniste donne vittime di violenza, lo si evince da ciò che ogni giorno si legge sui giornali, sui social e si ascolta in televisione. Il Codice Rosso è una tappa fondamentale in materia di tutela delle vittime di violenza di genere e violenza domestica, un punto di approdo cui è giunto il legislatore sotto la spinta in attuazione degli obblighi comunitari e delle sanzioni sovranazionali, proprio per effetto della pressione mediatica dei gravi fatti di cronaca che si registrano ogni giorno.In materia di violenza di genere e violenza domestica, come interviene la legge?
La legge interviene in modo incisivo introducendo nuove fattispecie di reato e producendo un sensibile inasprimento delle pene, ma soprattutto dando un’ accelerazione al processo penale avente come oggetto tali reati.Ritiene tale legge sufficiente?Una legge da sola non è sufficiente. Ad oggi, sebbene anche a livello territoriale ci sia movimento in tal senso, atto a vedere di mettere in campo tutti quelli che sono gli strumenti che possono portare alla soluzione del problema, è opportuno dire che quanto è stato fatto e si stia facendo non basti.Cosa, secondo lei, si dovrebbe fare?Per poter vincere questa guerra, che non è di certo facile, serve un progetto a livello nazionale atto a dar vita ad un percorso formativo che fornisca gli strumenti utili per contrastare questo tipo di reato.Cosa si sente di dire a coloro che dovrebbero occuparsi di mettere in campo misure per contrastare la violenza di genere?L’unica cosa che mi sento di dire è che più le guerre da combattere sono difficili, più grande è la felicità data dalla vittoria, quindi se questa guerra vogliamo vincerla per davvero dobbiamo unirci e tendere la mano a chi ha bisogno.

di Anna Adamo
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Redazione

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