Coldiretti denuncia il mafia-style a tavola

Whisky ‘Cosa Nostra’ dalla Scozia con tanto di bottiglia a forma di mitra, vino ‘Talha Mafia’ dal Portogallo e caffè ‘Mafiozzo’ dalla Bulgaria, ma anche snack ‘Chili Mafia’ in Gran Bretagna e salsa ‘Saucemaffia’ in Belgio. È un’autentica galleria degli orrori che mette a rischio il nome del made in Italy nel mondo quella denunciata da Coldiretti. In tutto il mondo vengono venduti prodotti agroalimentari con nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme della malavita organizzata.

UNA LUNGA GALLERIA DEGLI ORRORI

‘Marchi’ che vengono sfruttati per fare un business senza scrupoli sul dolore delle vittime e a danno dell’immagine del Paese. I prodotti denunciati da Coldiretti, che a Palermo ha aperto il suo Villaggio dove nel weekend è possibile toccare con mano i primati dell’agroalimentare nazionale, sono tantissimi: ci sono anche il vino Syrah ‘Il Padrino’, prodotto in California, e la salsa ‘Wicked Cosa Nostra’ nel Missouri. “Lo sfruttamento di nomi che richiamano la mafia è un business che provoca un pesante danno di immagine al Made in Italy sfruttando – dice Ettore Prandini Presidente della Coldiretti – gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo, un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto il Paese”.

UN FENOMENO CHE RIGUARDA ANCHE IL SETTORE RISTORANTI

Ma la questione non riguarda soltanto i prodotti. Coldiretti denuncia anche un mercato della ristorazione che continua a sfruttare i nomi che richiamano ai clan. Sono quasi trecento i ristoranti che nel mondo si richiamano nel nome alla mafia: da ‘Baciamo le mani’ a ‘Cosa Nostra’, fino agli improbabili ‘Felafel Mafia’, ‘Nasi goreng Mafia’ e ‘Karaoke Bar Mafia’. La denuncia di Coldiretti è figlia di uno studio condotto sulla banca dati del sito web Tripadvisor, dove sono recensiti i locali di tutto il mondo.

(Dire)

Redazione

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